Sanità

Vaccini, De Giorgi: “Le dosi per tutti al momento non ci sono. Va detto e a dirlo dev’essere la Asl, non noi medici”

LECCE – “Le dosi per tutti al momento non ci sono. Va detto e a dirlo dev’essere la Asl, non noi medici”. Sulla distribuzione delle dosi dei vaccini antinfluenzali da parte dell’ASL ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta, l’Ordine dei medici di Lecce denuncia la gravità della situazione.

“Incredibili carenze, inadempienze, differenti modalità di erogazione tra colleghi e difformità rispetto a quanto a suo tempo assicurato dal DG dell’ASL di Lecce” dice il presidente dell’ordine, De Giorgi: “Sottolineamo con forza e urgenza la necessità assoluta che la cittadinanza sia avvisata di ciò, soprattutto chi con priorità deve usufruire del servizio. Si rimane basiti non tanto e non solo dai gravi ritardi con cui i Medici, baluardi del territorio, vengono riforniti, ma soprattutto per due evenienze inspiegabili:

.La diversa e arbitraria distribuzione del carico vaccinale ai colleghi, spesso non avvertiti, sempre non riforniti secondo le necessità legate al numero di assistiti che hanno in carico; situazione che stimola essa stessa ingiustificate rimostranze degli utenti a carico dei Medici e non della Struttura Sanitaria responsabile
.La mancata informazione ai cittadini di tali carenze (peraltro sempre possibili in un periodo particolarmente complesso e difficile): delegare agli stessi Medici questa gravosa incombenza vuol dire non gestire adeguatamente la dignità dei Colleghi, che dopo un duro lavoro si trovano soli ad affrontare una situazione di cui non hanno alcuna responsabilità, né rispetto alle carenze, né alla diversificata disponibilità delle dosi vaccinali (alcuni MMG con un numero di assistiti pari a 1.500 si sono trovati con 35 dosi di vaccino e altri con 200 assistiti potevano disporre di 150 dosi!)
In queste situazioni viene vanificata completamente tutta la centrale attività dei Colleghi nel territorio, pronta oggi a sottolineare l’importanza della somministrazione del vaccino antinfluenzale, particolarmente rilevante nelle persone più fragili, specialmente nell’incremento quotidiano dell’esposizione pandemica di Coviv-19, verso una ingarbugliato setting in cui considerazioni epidemiche e diagnostiche impongono (con certezza, in questa fase!) l’utilizzo sempre più estensivo di vaccino antinfluenzale”.

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