Attualità

Strutture ricettive e lidi fanno i conti e chiedono aiuti

SALENTO- Una pandemia che ha colpito il settore turistico. Una diagnosi per la Puglia ed il Salento su perdite e necessità

 

Il sistema alberghiero e il comportato balneare sarebbero sì  pronti a ripartire, ma purtroppo la situazione è più dura di quanto si potesse immaginare. In questi mesi il covid 19 ha infatti messo in ginocchio completamente entrambi i settori e non solo.  Per il Centro Studi di Federalberghi i dati sono allarmanti e le stime per il 2020 altrettanto catastrofiche.

Dopo la prima contrazione di febbraio per gli stranieri (-25,3%), a marzo è arrivato il tracollo delle presenze con un -96,3% per gli stranieri e un -89,4% per gli italiani. Ad aprile il mercato si è completamente bloccato e le  stime per il 2020 sono altrettanto allarmanti con   presenze totali di circa 10,3 milioni in meno  e  un fatturato del comparto ricettivo che probabilmente registrerà una perdita di 300 milioni: “Noi ovviamente continuiamo a batterci per riaprire-si legge in una nota-  ma potremo farlo solo se i provvedimenti annunciati e quelli che verranno daranno sostegno e liquidità alle imprese.  Il nostro memorandum per la resilienza prevede aiuti diretti per le imprese che hanno subito un calo di fatturato, tutele specifiche per le imprese in affitto, interventi sulle imposte locali e nazionali, potenziamento e accelerazione dell’erogazione del credito, proroga della cassa integrazione, esonero dalla responsabilità per le imprese che applicano i protocolli anti-contagio e, soprattutto, regole e imposizioni sostenibili economicamente e che non trasformino i nostri alberghi in ospedali”.

Anche Federbalneari non è da meno, affermando che sarebbero  fondamentali  misure economiche straordinarie a sostegno del comparto balneare, con la certezza dell’estensione delle concessioni al 2033 come previsto dalla Legge 145/2018 e una moratoria almeno fino al 2033 per il mantenimento delle strutture funzionali all’attività degli stabilimenti balneari. In caso contrario -si legge- il sistema balneare italiano e, con esso, l’intero cluster turistico del Paese rischia il default ad ottobre. Il Centro Studi federale ha stimato che le imprese balneari si troveranno ad affrontare un costo per l’adeguamento alle misure di salute pubblica anti Covid 19 di circa 400 mln di Euro per la prossima stagione. Ecco perchè, Federbalneari chiede che si applicato il principio di deroga alle Regioni e ai Comuni nell’identificazione delle linee guida e rimane in attesa di un confronto con il Ministro Franceschini e il sottosegretario Bonaccorsi per chiarire tutti gli aspetti della questione. Solo in questo modo sarà possibile evitare che la stagione 2020, se e quando partirà, non sia ricordata come l’ultima prima del default definitivo di migliaia di imprese.

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