MATINO- Fa discutere la recente sentenza della Corte costituzionale sul “fine vita”, con la quale la Consulta ha stabilito che chi agevoli l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale non è punibile, a determinate condizioni, ai sensi dell’articolo 580 del Codice penale (Istigazione o aiuto al suicidio). Si esclude, dunque, “la responsabilità penale per chi, a determinate condizioni, agevoli l’esecuzione del proposito di suicidio di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale”. Il delicato tema è stato affrontato in un incontro organizzato nel Palazzo Marchedsale di Matino dalle associazioni Pro loco “S. Ermete”, Autori matinesi, Matinum e dalle locali sezioni Ansi, bersaglieri e carabinieri. Sono stati invitati illustri relatori, per analizzare la questione da vari fronti, come ha spiegato la consigliera comunale Pamela Lecci.