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Don Ciotti cittadino di Calimera, nel ricordo degli agenti uccisi nella strage di Capaci

CALIMERA- Nel comune di Antonio Montinaro, caposcorta di giovanni falcone, ucciso insieme agli altri due agenti della scorta arriva don Luigi Ciotti, fondatore di liberà, testimonial di tante battaglie per la legalità. Ritira dalle mani del sindaco Francesca de Vito la pergamena con la quale viene designato cittadino ufficiale del paese griko.

Un consiglio comunale aperto alla città alla presenza del presidente della Regione Emiliano, del prefetto Claudio Palomba e dei vertici delle forze dell’ordine ha conferito al prete che gira l’Italia per combattere, con le sue parole e con la sua opera la mafia, la cittadinanza onoraria.

Le sue prime parole sono per gli agenti uccisi. Persone normali, che spesso vengono dimenticate. Ad abbracciare don Ciotti l’intera famiglia di Antonio Montinaro: la moglie Tina, le sorelle Matilde e Luigina, il figlio più piccolo Giovanni. Mentre giù in piazza, c’è l’auto della Savona 15, nome in codice della Fiat Croma saltata in aria per prima, a Capaci.

La mafia esiste ancora ed è prepotente dice don Ciotti. La povertà la alimenta. Le amministrazioni devo garantire l’uguaglianza sociale, gli aiuti ai giovani e a chi è in difficoltà. Per l’esempio di una vita ispirata ai fondamentali valori umani della solidarietà, dell’amore, dell’aiuto agli ultimi, dell’instancabile impegno nella lotta e il contrasto di ogni forma di illegalità: queste le motivazioni del conferimento della cittadinanza onoraria da parte del consiglio che è tornato ad aderire ad Avviso Pubblico, associazione nazionale che impegna gli enti a diffondere i valori della legalità e della democrazia

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