LECCE- Anche Lecce avrà il suo centro Dermovenereo, come tutte le città del nord: in realtà il centro c’era già, finché qualcuno non ha deciso di chiuderlo. Dopo battaglie, articoli, interrogazioni in Consiglio regionale e lettere senza risposta a Vendola, il dirigente del Distretto Sanitario di Lecce, Rodolfo Rollo, ha deciso di restituire alla città un servizio che qualcun altro aveva tolto. “Ora sarà possibile, presso l’Asl leccese, accedere alle visite e fare gli esami diagnostici in un unico accesso diretto, gratuito e anonimo, per tutelare la privacy dei pazienti. Dai dati in nostro possesso dovrebbero essere curate circa 300 persone all’anno”- ha spiegato il dirigente. Il Centro per la Prevenzione, Diagnosi e Cura delle Infezioni Sessualmente trasmissibili (IST), nella fase iniziale funzionerà 4 ore a settimana presso l’ambulatorio di dermatologia e fototerapia dell’Asl. Dalle ore 08.00 alle ore 09.00 dei giorni stabiliti si potrà procedere a prelievi ematici, cervico vaginali e uretrali, mentre nel tempo restante si potrà provvedere a visite di controllo per i pazienti già noti.
Mentre il Centro Dermovenereo leccese veniva mandato in soffitta, in Piemonte ne aprivano altri otto, con le stesse caratteristiche di quello salentino: oggi è stato ripristinano un servizio a cui i salentini avevano diritto e a Brindisi ne aprirà un altro. Aumentano i casi di Aids, dopo un lungo periodo di decrescita, per non parlare di tutte quelle patologie che vanno dall’Epatite B, all’herpes genitale, fino all’Hpv. Il fenomeno è molto più esteso di quanto si creda. I centri pubblici specializzati, con equipe esperte, dovrebbero essere sostenuti, non chiusi, perché diventano fondamentali anche nella statistica epidemiologica.