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Banca d’Italia e Camera di Commercio a rischio chiusura. Perrone scrive a Visco

LECCE- Tagli su tagli. Questa volta tocca a Bankitalia e alla Camera di Commercio di Lecce e il Salento rischia di diventare un deserto. Il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, scrive al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, per scongiurare la soppressione della filiale di Lecce: “Sarebbe un grave atto di miopia e un incomprensibile gesto di abbandono da parte dello Stato”. Per il primo cittadino leccese, infatti, la Banca d’Italia è da potenziare, non da chiudere. “Il Salento presenta medie di utilizzo di denaro contante tra le più alte in Italia- spiega Perrone. Ci sono poi questioni di natura geografica che sconsiglierebbero un’eventuale soppressione della filiale di Lecce.

“E’ risaputo che l’approvvigionamento del contante da parte delle banche e delle istituzioni del territorio, a seguito dell’accentramento delle attività di tesoreria sugli uffici di Foggia – distante circa 300 chilometri da Lecce – abbia generato costi rilevantissimi ed accresciuto i connessi rischi di sicurezza per le imprese che si occupano del trasporto di valori”.

Per la Camera di Commercio leccese si apre anche il problema occupazionale: subirà un taglio lineare del diritto annuale sui bilanci degli enti, mettendo a rischio tanti lavoratori. Si tratta di oltre 10 mila dipendenti dell’intero sistema camerale. Già annunciato lo stato di agitazione con l’obiettivo è di tutelare i livelli occupazionali delle camere di commercio ed evitarne il default, chiedendo la revisione dell’articolo 28 del D.L.90/2014, che prevede il taglio progressivo dei diritti annuali delle Camere di commercio, con l’inevitabile conseguenza di portare gli enti camerali ad una lenta e progressiva agonia, nonché dell’articolo 9 del DDL concernente la Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, che prevede, di fatto, la soppressione del sistema camerale.

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