Politica

Primarie, a sinistra braccio di ferro su candidature e doppio turno

BARI-  Il centrosinistra è avanti rispetto agli sfidanti, che sono in stand-by a causa degli alfaniani, ma ha ancora dei nodi da risolvere. Intanto, i candidati in campo non sono ancora tutti: hanno ufficializzato, oltre a Emiliano, Dario Stefano e Guglielmo Minervini. Adesso si attendono le mosse di Elena Gentile, sempre più determinata a scendere in campo, nonostante i dirigenti come Procacci e company sconsiglino vivamente una scelta simile.

I tre candidati puntano anche a far saltare gli accordi del tavolo di coalizione per introdurre il doppio turno, come si è fatto a livello nazionale, dando così maggiore legittimazione al vincitore. Procacci, uomo di Emiliano, sarà in Cina fino al 31 luglio, ma anche da lì scommette che Elena Gentile non si candiderà. “Non lo farà, sarebbe uno sfregio all’elettorato che l’ha mandata a Bruxelles, ma staremo a vedere”- spiega.

Il dirigente insiste anche sul fatto che il dibattito sul doppio turno è chiuso. “Sarebbe poco serio riaprire un dibattito, dopo che le regole sono state firmate da tutti”- dichiara Procacci su whatsapp. Dopo la dichiarazione di Dario Stefano (“Procacci non è la bibbia”, aveva detto), rincara la dose Minervini: “Non è chiuso nulla: il dibattito sul doppio turno è aperto”.

Sulla stessa linea anche Elena Gentile: c’è un fronte comune tra gli sfidanti di Emiliano. Tutto ha una logica: i tre, in caso di ballottaggio, si metteranno d’accordo per sfidare il segretario, che attualmente gode del supporto di diverse segreterie di partito. Insomma, il turno unico conviene solo a Emiliano, perché più candidature in campo per il Pd possono indebolire il segretario. Dario Stefano, outsider che oltre ad avere il supporto di Sel dialoga con diversi dirigenti democratici, potrebbe conquistare quel popolo democratico che non si riconosce in Renzi. Il senatore vendoliano ha buone possibilità che le “diatribe democratiche” lo favoriscano e mettano la sua candidatura in contrapposizione all’establishment del Pd.

In alto mare, invece, le trattative nel centrodestra, ora che il tavolo è stato stoppato dagli alfaniani. I forzisti cercano una soluzione, ma nel Nuovo Centrodestra c’è solo voglia di prendere tempo in attesa di mettersi d’accordo con i centristi.

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