LECCE- Nella palazzina al civico 118 di via Siracusa, a Lecce, è stata chiusa l’acqua. All’improvviso: gli inquilini della palazzina dell’Istituto autonomo case popolari non erano stati avvisati. Ma che c’è un grosso debito con l’Acquedotto pugliese, questo lo sapevano. Perchè in questo condominio come negli altri, la morosità nei confronti dell’ente idrico c’è ed è alto.
Per questo non è la prima volta che in questi appartamenti i rubinetti restano a secco. È successo qualche giorno fa anche a Calimera, dove poi un’ordinanza sindacale ha ripristinato il servizio idrico. Ed è il rischio che corrono tutti finchè il debito non sarà saldato.
Nel caso di via Siracusa, tutto è rientrato dopo poco più di 12 ore, quando l’amministratore del condominio ha raggiunto un accordo con AQP ottenendo una rateizzazione a fronte di un pagamento iniziale di 100 euro a famiglia. L’arretrato accumulatosi dal 2007 è, in quella palazzina, di 44mila euro.
Dal canto suo, lo Iacp non ci sta a sentirsi accusare della responsabilità della morosità di tutti gli alloggi popolari di Lecce e provincia. La gestione commissariale si è già accollata un debito da 10 milioni di euro.
“Se la maggior parte delle famiglie paga -si chiede il coordinatore generale dello Iacp Sandra Zappatore- e dice di consegnare il denaro nelle mani degli amministratori, ed il debito resta comunque alto, c’è da chiedersi che fine facciano quei soldi? Gli inquilini devono essere difesi, l’utenza è debole e dev’essere assistita -dice-. La gente corretta rappresenta la maggioranza dell’inquilinato -continua la Zappatore- ma ci sono anche i furbi. E loro devono andare via dalle care popolari”.
Inoltre Iacp ha istituito il fondo sociale per assistere le famiglie meno abbienti e che davvero non ce la fanno a pagare le bollette. Solo che, ad oggi, in quel fondo ha versato solo IACP e non ancora nè la Regione nè i comuni.
