Cronaca

“La discarica Vergine inquina”, sequestro per 300 milioni

LIZZANO- Finisce sotto chiave la discarica Vergine di Lizzano. Un sequestro che vale 300 milioni di euro e che avrà conseguenze non indifferenti per tutte le province salentine che lì conferiscono i rifiuti speciali non pericolosi. Secondo gli inquirenti, quella discarica inquina. L’ipotesi di reato contestata ai gestori è, infatti, il getto pericoloso di cose, per aver provocato l’emissione di sostanze odorigene, come il solfuro di idrogeno e biogas, derivanti dai processi di gestione e post gestione delle vasche di raccolta e di trattamento dei rifiuti.

Sarebbero state queste, quindi, a causare le molestie olfattive e i disturbi di diverso tipo più volte denunciati dai cittadini di Lizzano, il cui centro abitato dista appena 3,5 km dall’impianto.

E’ dopo gli esposti dei residenti che i carabinieri del Noe di Lecce, guidati dal maggiore Nicola Candido, hanno avviato le indagini sulla discarica di località Palombara. Un anno e mezzo di verifiche, che hanno richiesto anche una consulenza tecnica e numerosi campionamenti e monitoraggi effettuati dall’Arpa di Taranto.

Sono stati questi a confermare le concentrazioni di idrogeno solforato superiori alla soglia di percepibilità olfattiva prevista, sostenendo che le denunce dei cittadini potrebbero trovare fondamento ed essere correlate alla dispersione di sostanze odorigene compatibili con le operazioni di abbancamento dei rifiuti e con lo spegnimento di alcune torce per la combustione dei biogas. Secondo i consulenti, la mancanza di un corretto sistema di captazione del biogas determinerebbe un accumulo di gas nel corpo della discarica, provocando una fuoriuscita di dispersioni maleodoranti.

Anche in relazione ai fanghi in entrata è stato rilevato che non sono stati adottati tutti gli accorgimenti necessari per evitare le emissioni. Uno studio sui venti, inoltre, a partire dalle stazioni di Torricella e Grottaglie, è servito per comprendere l’origine dei miasmi avvertiti ed escludere eventuali altre fonti inquinanti.

È per questo che i militari del Nucleo operativo ecologico hanno proceduto con il sequestro preventivo dell’intero impianto, dando esecuzione al decreto richiesto da pm Lanfranco Marazia ed emesso dal gip Valeria Ingenito. Contestualmente, sono stati sottoposti a sequestro anche tre compattatori industriali, due pale meccaniche e tre escavatori utilizzati per la movimentazione e la copertura dei rifiuti speciali.

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