Politica

Il braccio di ferro in Forza Italia, Fitto: “Le leadership future emergeranno dalle idee e dai voti”

LECCE- “Le leadership future emergeranno dal sudore e dalla polvere, dal consenso e dalle idee, dalla lotta politica, dal confronto e dai voti”. Sono le parole di Raffaele Fitto, che suonano come una sfida a Giovanni Toti. L’ex direttore del Tg 4 e Studio Aperto, consigliere politico, “uomo di fiducia e d’azienda”, è il protagonista della scena, l’eletto (solo da Berlusconi per il momento): a Porta a Porta ha fatto il diplomatico, ma è riuscito a dare  quell’immagine di novità che il Cavaliere cercava.

Per i lealisti un affronto vedere che Toti, oltre a diventare l’immagine del partito, sembra dettarne la linea. Un’agguerrita delegazione di lealisti, con Fitto in testa, ha incontrato Berlusconi per esprimere tutto il disagio che c’è nella vecchia guardia e per chiedere la costituzione dell’ufficio di presidenza e  del comitato politico, come previsto dallo statuto del partito. Il Cavaliere, come spesso succede, non ha gradito: a lui non piace che si mettano in discussione le sue scelte. La frase che ha pronunciato qualche giorno fa Luigi Vitali si è dimostrata veritiera: “Se ben conosco Berlusconi, andrà avanti per la sua strada: non tornerà indietro sulle decisioni prese”.

Quindi, in un modo o nell’altro, Toti sarà il suo alter ego: gli altri si dovrebbero rassegnare, anche se l’ex direttore spiega diplomaticamente che “ci saranno una serie infinita di numeri due”. Intanto, già nelle scorse ore sono fioccate le reazioni degli uomini di Fitto, per osannare la sua uscita su Repubblica: da Zullo a Sisto, tutti uniti nel difendere la vecchia guardia che tanto ha dato al partito, contro un nuovismo che sa di ingratitudine. Berlusconi, comunque, cercherà la situazione che  impedisca la spaccatura nel partito. Anche se l’ex ministro assicura che “non si fa un altro partito: ma con chiarezza si esprimono le proprie opinioni”.

Questo lo chiarisce per smentire le voci della costituzione di un suo nuovo partito pugliese in caso di spaccatura. Il momento è delicato, perché un minore potere di Fitto nell’organigramma nazionale forzista rischierebbe di indebolirlo in Puglia, soprattutto nei rapporti con il Nuovo centrodestra. Ecco perché la partita nazionale per le leadership sta così a cuore all’ex ministro. 

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