Politica

Nuovo centrodestra, si infiamma il confronto tra “friolani” e “ferraresiani”

BRINDISI- Alleanze a destra, alleanze a sinistra. Neanche la nascita ufficiale del partito in quel di Roma ha infatti chiarito quale sarà la strada che gli Alfaniani della provincia di Brindisi dovranno intraprendere. Alfaniani suddivisi in due fazioni, ben distinte, che sul territorio adriatico fanno capo una a Maurizio Friolo, capogruppo di NCD in Regione, e l’altra a Massimo Ferrarese, presidente di Noi Centro.

Se Alfano, dal palco, ha spiegato come le redini del partito saranno rette da parlamentari e consiglieri regionali e che la collocazione è nell’area di centrodestra, con tanto di applauso della platea a Silvio Berlusconi,  Ferrarese, con una nota, ha precisato come, in un incontro privato con l’ex guarda sigilli, è emerso come, in tema di alleanze, “ci saranno però alcune eccezioni riguardanti Comuni dove – ha comunicato l’ex presidente della provincia di Brindisi – purtroppo l’estremismo della vecchia destra è ancora vivo, e si trasforma quotidianamente in livore, e per i quali sono stato già pienamente e direttamente autorizzato dal vertice nazionale a fare accordi che non vanno in quella direzione”.

Come dire che a Francavilla, tanto per essere chiari, in termini di alleanze potremmo prendere strade diverse. Non la pensano così i 4 ex Pdl Bungaro, Andrisano, d’Alema e Fumagalli che, dopo aver dichiarato l’appoggio ad Antonio Sgura, vincitore delle Primarie del centrodestra, ufficializzeranno il loro passaggio in una conferenza stampa prevista per martedì pomeriggio. Conferenza a cui parteciperà anche Friolo. 

Una mossa che ha indispettito i centristi, da tempo al lavoro per un remake del laboratorio e, quindi, di un’alleanza col Pd cittadino in vista delle amministrative di primavera.

L’ex coordinatore Udc Ciro Argese ritiene che “Fare conferenze stampa con una parte ,pur composta da amici perbene,anziché con tutti dopo che è stata dichiarata abbondantemente la disponibilità a ragionare,e’ solo un atto ostile inutile per dire “io ci sono”.Le battaglie – precisa Argese – si fanno con precisi obbiettivi e sono proprio quelli che non riesco a vedere. Se invece si sta’ giocando…,c’è un limite a tutto!”. Insomma, dopo il benvenuto dei giorni corsi, l’aria si fa pesante. E per il comando del partito è in atto una vera e propria guerra interna in cui, alla fine, ci saranno vincitori e vinti.

 

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