Cronaca

Crepe ed eternit, a Francavilla la palazzina degli orrori

FRANCAVILLA- Balconi che cadono a pezzi, crepe sulle pareti esterne ed interne, più in generale un senso di degrado totale. Soprattutto, di menefreghismo da parte degli enti pubblici, proprietari dello stabile in questione. Che, come un perfetto horror movie, nasconde nel buio e umido scantinato la scena madre, quella che ti fa rabbrividire. Quella che, normativa alla mano, non può che restituirci il legittimo dubbio che, per decenni, non tutto da queste parti sia stato valutato a norma di legge.

Ma andiamo con ordine. Via Refice, quartiere musicisti di Francavilla Fontana. I residenti della zona sono abituati a ritrovarsi sulle prime pagine dei giornali. Per la Regione Puglia, si tratta di una zona ad alto rischio idrogeologico. Per il Comune pure, visto che anni fa, con un bando di gara, promise la messa in sicurezza dell’area. Poi, vabbè, è arrivata la Procura e l’accusa di “bando col trucco”, pilotato ad arte. 5 indagati e chissà come andrà a finire. Poi, c’è il problema degli allagamenti. Poi, ed è il motivo della presenza della nostra telecamera, quello delle palazzina pericolanti. O presunte tali. Lo denunciano gli occupamenti degli alloggi Iacp, proprietario degli stabili.

Certo, ci stanno lavorando. E prendendo per buone le promesse degli ingegneri, tutto sarà risolto nei prossimi mesi. Intanto, dentro le case piove. Intanto,s i aprono le crepe. Intanto, chi ci abita ha paura

Ma la scoperta, perché di questo si tratta in un’area già abituata, come detto, alla ribalta delle cronache, è tutta nello scantinato del civico 15. Qui, da decenni, ci sono alcuni vasconi di eternit, parte integrante si un quantomeno discutibile impianto di scarico delle acque. Discutibile, sì, visto che, giurano i residenti, non sarebbe mai entrato in funzione.

Eppure l’eternit è ancora qui. Da anni. In evidente stato di “decomposizione”, tanto per rimanere in ambito cinema horror, rinchiuso all’interno di uno stanzino interrato. Come avere, insomma, una bomba a orologeria sotto le chiappe. Come avere, insomma, l’esempio lampante di come funzionino le cose in Italia. Dove il cinema horror ha avuto il suo perché e dove l’horror amministrativo continua a collezionare nomination e statuette.

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