CronacaEconomia

I netturbini protestano, caos in città. Incidente durante il corteo

LECCE  – L’arrivo dell’ambulanza, durante lo sciopero dei netturbini in città, ha creato momenti di tensione. Per terra un operaio, urtato da un’auto guidata da un Finanziere che avrebbe cercato di sfondare il cordone di tute arancioni.

Erano lì in mattinata a bloccare l’ingresso di Lecce dalla superstrada per Brindisi.

È accaduto sull’innesto dalla circonvallazione, nei pressi del Bar Commercio. Non si è trattato di un vero e proprio investimento. L’operaio, che bloccava con i colleghi il defluire del traffico, alla fine si è spostato ma sarebbe stato urtato comunque, è scivolato a terra e in stato di shock, è stato trasportato al Pronto Soccorso del ‘Fazzi’. Ha riportato la frattura di due costole ed è attualmente ricoverato nel reparto di Chirurgia toracica.

Tanto è bastato a incendiare gli animi già tesi. Anche perchè il Finanziere in quel momento non in servizio, stando a una prima ricostruzione, avrebbe proseguito per la sua strada mostrando un tesserino e fermandosi poi di fronte alla DIGOS. Le versioni sulla dinamica dell’accaduto, ovviamente, dovranno essere messe a confronto. Ma comunque ora, il militare delle Fiamme Gialle dovrà riferire ai suoi superiori.

Ciò che resta però alla fine della mattinata che ha paralizzato la città per ore, è la rivendicazione dei netturbini delle aziende di AXA ed Ecotecnica. “Uno sciopero preventivo”, l’ha definito il Sindaco Paolo Perrone. Ma i 220 operatori ecologici con le braccia incrociate per 24 ore, rispondono a muso duro alla prospettiva che ai loro occhi appare più che seria: il taglio di 2 milioni di euro sull’appalto per la nettezza urbana, sforbiciata che si trasformerebbe in -200 € a testa in busta paga.

In alternativa, ci sarebbe il licenziamento di 15 dipendenti. Il rifiuto per questa linea è stato ribadito in Prefettura, di fronte al Capo di gabinetto Guido Aprea. L’Assessore all’Ambiente, Andrea Guido, fa sapere di star aspettando ancora una controproposta da parte dei sindacati.

Le ipotesi sul tavolo e su cui si starebbe lavorando riguardano la rinuncia ai buoni-pasto, ai premi di produzione, risparmi sulle divise. Quelle spese accessorie che comporterebbero una riduzione di 50 € al mese a dipendente in busta paga, con un risparmio stimato di 150.000 € l’anno. Aggiunte ai 700.000 € già congelate dalle aziende potrebbero, alle strette, quantomeno iniziare a rasserenare la trattativa. La palla passa ai lavoratori, che chiedono che i sacrifici vengano fatti dalle aziende. Le loro buste paga sono già abbastanza leggere.

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