CronacaEconomia

Curto attacca ENEL: “Sul appalto carbonile, aziende brindisine beffate”

BRINDISI   –  Altro che volàno per le imprese locali. In terra di Brindisi, si starebbe consumando l’ennesima beffa per il territorio. E l’autore di questa beffa sarebbe l’ENEL. La denuncia arriva non dagli ambientalisti. E neppure da quella parte politica più sensibile all’allarme ambientale.

Il mittente, piuttosto, è il Consigliere regionale di FLI Euprepio Curto, solitamente morbido con le industrie che operano sul territorio.

L’inghippo, stavolta, riguarda il progetto della copertura del carbonile. Ma l’ambiente, in questo caso, c’entra poco o nulla. Il finiano, piuttosto, tocca il tema altrettanto delicato, dell’occupazione. Negata alle imprese locali da un gioco di appalti e sub-appalti che esclude, di fatto, ricadute autoctone.

 “Due anni fa – ha dichiarato Curto – alla presenza dell’AD di ENEL, Fulvio Conti, fu presentato il progetto di oltre 100 milioni di euro che comprendeva sia la copertura del carbonile, sia gli interventi straordinari sul quarto gruppo della termoelettrica, l’adeguamento della banchina di Costa Morena e la mitigazione dei rischi idraulici per l’asse attrezzato che collega il porto a Cerano. In quella occasione, oltre a rilanciare il tema dell’ambiente, ENEL confermò l’impegno a determinare le condizioni per fornire adeguato impulso alle imprese locali mediante l’assegnazione di commesse che avrebbero consentito l’occupazione di centinaia di lavoratori per un periodo non inferiore ai 3 anni. Oggi, invece – ha proseguito l’ex Senatore francavillese – riceviamo notizie ( ove confermate ) devastanti per l’imprenditoria locale, in quanto parrebbe che la società tedesca assuntrice dell’appalto principale abbia già concluso l’accordo per il subappalto con imprese non locali”.

Insomma, non c’è trippa per i salentini. Esclusi da un progetto che, in termini occupazionali, avrebbe importanti ripercussioni sull’economia locale.

E così l’esponente di FLI, in attesa di ulteriori iniziative, avvisa: “Il rischio di una gravissima beffa ai danni delle imprese brindisine, più che una malaugurata ipotesi, pare sia ormai una concreta realtà”.

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