Ambiente

Centrali Eoliche Offshore, domenica 17 nuovo sit in di protesta

PORTO MIGGIANO – Una nuova protesta, un nuovo sit-in per ribadire il proprio “no” allo sfregio delle coste alle mega centrali eoliche che minacciano mare e paesaggio. “Domenica 17 marzo, alle 10, torneremo a manifestare a Porto Miggiano, laddove la nostra protesta ha avuto inizio a novembre 2021, per ribadire il nostro no” , ha dichiarato il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani e presidente del Movimento Regione Salento. “Al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica continuano a piovere istanze di insediamento lungo le coste dal Salento al Gargano. Soltanto nel capo di Leuca sono stati presentati progetti che prevedono concessioni demaniali marittime per 600 chilometri quadrati.
L’iniziativa di protesta di domenica prossima a Porto Miggiano è aperta a tutti quelli che vogliono difendere la nostra terra, alle forze politiche e alle cariche istituzionali, a tutte le associazioni e a tutti i sindaci del territorio, a prescindere dal colore politico, perché portino la testimonianza del loro dissenso con la fascia tricolore, simbolo di ogni Comune e dell’Italia.
I signori delle rinnovabili che hanno preso di mira il Salento sostengono di aver consultato i territori nella fase preliminare di scoping. La verità è che i territori sono stati ignorati. Un esempio su tutti: il progetto di Odra Energia da 90 pale ciclopiche nel Canale d’Otranto, contro il quale hanno deliberato, inascoltati, ben 72 Consigli comunali. È stato concesso un misero e irrisorio allontanamento delle pale dalla litoranea, che comunque non servirebbe a mitigare l’impatto di questo impianto colossale su una delle coste più incantevoli al mondo.
“Lo ribadiamo, prosegue Pagliaro, siamo favorevoli alle rinnovabili e pronti a dare il nostro contributo alla produzione di energia, ma abbiamo già sacrificato troppo del nostro patrimonio di bellezza all’eolico e al fotovoltaico selvaggi, e non consentiremo ulteriori sfregi. Invece le acque costiere sono divenute prateria di conquista, a causa dell’assenza di un “piano regolatore” del mare. Il Piano di gestione dello spazio marittimo non è stato ancora presentato a Bruxelles, e ci auguriamo venga recepita la delibera con cui la Regione Puglia ha indicato i porti industriali di Brindisi, Bari e Manfredonia come uniche aree destinate all’eolico offshore. Ma è necessario che la Regione specifichi nel Pear (il Piano energetico regionale fermo al 2017 e di cui da anni attendiamo l’aggiornamento) queste zone dov’è consentito impiantare le centrali del vento. Non certo – questo sia chiaro – a pochi chilometri dalle nostre coste che vivono di turismo. L’impatto di questi mega impianti va ben oltre quello visivo (con pale galleggianti che sfiorano i 300 metri di altezza): produce un rumore fortissimo che disturba la fauna marina, riduce le zone di pesca e di navigazione, distrugge i fondali. Tutto questo va fermato. La bellezza della nostra terra non si baratta con le promesse di multinazionali che non hanno alcun rispetto della volontà dei territori ma hanno come unico scopo profitti e speculazioni”.

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