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Bonus edilizi – anche il Salento travolto dalle truffe

BRINDISI – L’ultimo episodio di cronaca riguarda una inchiesta portata a termine dalla Procura della Repubblica di Brindisi con gli uomini della Guardia di Finanza che a San Pietro Vernotico hanno indagato sei persone e posto sotto sequestro quattro milioni di euro. Il reato ipotizzato è di indebita percezione di erogazioni pubbliche attraverso il sistema dei crediti di imposta.

In particolare, la truffa sarebbe stata portata a termine utilizzando il bonus facciate da parte di due imprese riconducibili entrambe alla stessa persona. Il tutto, all’insaputa dei clienti i quali sono risultati estranei da tutto. In pratica, sono state emesse fatture per lavori mai eseguiti grazie alle asseverazioni di congruità rilasciate da tecnici e da un commercialista.

Non si tratta, in ogni caso, della prima operazione portata a termine nel Salento dalla Guardia di Finanza. Nel dicembre del 2022 furono sequestrati 15 milioni di euro frutto di una truffa attuata con il superbonus 110%, mentre in una operazione effettuata dalle fiamme gialle su scala nazionale furono coinvolti, sempre nel 2022, imprese edili delle province di Brindisi, Lecce e Taranto. A febbraio del 2023, invece, la Finanza ha posto sotto sequestro a Taranto 750.000 di euro ritenuti proventi di una truffa sui bonus, mentre sempre imprese tarantine sono state coinvolte, a giugno dello scorso anno, in una inchiesta su scala nazionale che ha portato al sequestro di 150 milioni di euro.

A settembre del 2023 33 indagati e 12 milioni di euro sequestrati, invece, per una grande inchiesta portata avanti dalle fiamme gialle in provincia di Lecce ed anche in questo caso il tutto è emerso scandagliando l’attività svolta da imprese edili grazie al superbonus.

Questi risultati investigativi sono importanti ma confermano le anomalie di una legge fatta male e gestita ancora peggio, con modifiche apportate praticamente ogni mese, con un conseguente stato confusionale di tutti coloro che hanno dovuto interpretarle.

Sarebbe bastato probabilmente impedire l’accesso ai bonus alle imprese edili neo costituite e quindi prive di storicità. Sono individuabili proprio in quel contesto, infatti, coloro che hanno beneficiato per primi dei plafond delle banche a discapito di chi ha rispettato la legge fino in fondo.

Mimmo Consales

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