LECCE- “Sul tavolo degli uffici competenti non c’è nulla, e se anche l’ex deposito tabacchi di Via Birago dovesse essere ceduto si dovrebbe rifare, da zero, una valutazione in sede istituzionale; non ci sarebbe nessun automatismo che consentirebbe ipso facto l’apertura di un’università islamica”. Non chiude all’ipotesi l’assessore all’urbanistica del Comune di Lecce, Rino Martini, ospite della terza puntata di “Controvento” dedicata alla possibilità che Lecce possa ospitare un polo accademico musulmano. Non dice no a priori, ma mette i puntini sulle “i” chiarendo cosa risulti al momento a Palazzo Carafa e cosa accadrebbe se anche si perfezionasse la trattativa tra la società milanese RED srl., proprietaria dell’immobile di Via Birago, e CONFIME, la Confederazione delle imprese del Mediterraneo, presieduta da Giampiero Khaled Paladini che ai microfoni di Telerama ha dato come imminente la firma a sigillo del passaggio di consegne della struttura.
Apre con convinzione alla prospettiva il sindaco di Campi Salentina, Egidio Zacheo, convinto che la cultura sia essa stessa la chiave per unire, nel segno del confronto, identità diverse
Su posizioni ancora più nette in termini favorevoli, il segretario provinciale di SEL, Anna Cordella, che auspica la realizzazione immediata dell’università islamica.
La prospettiva di realizzazione di un polo accademico musulmano evoca categoria importanti come identità, confronto, accoglienza, tutela delle radici, e da esponente di centrodestra l’assessore Martini non manca di fare un duro mea culpa sull’assenza di progettualità culturale della coalizione guidata da Silvio Berlusconi. Invoca un ricambio al vertice il rappresentante della Giunta Perrone e accusa il suo partito di pesante subordinazione a Renzi.
