Cronaca

Pepe al contrattacco su Imid: “La Procura indaghi sulle irregolarità del centro”

CAMPI SALENTINA- “La Procura faccia luce sull’intera vicenda”. Luigi Pepe, presidente dell’Ordine dei medici di Lecce, torna a parlare del caso Imid, il centro per le malattie immunomediate di Campi Salentina chiuso dalla Regione Puglia dopo le dimissioni del medico Mauro Minelli. Lo fa convocando una conferenza stampa ad hoc presso la sede dell’Ordine, dopo la notizia di un’inchiesta avviata dalla Procura di Lecce: gli esposti del medico e dei pazienti hanno portato ad aprire un fascicolo per abuso d’ufficio a carico di Pepe, fascicolo nelle mani del pm Paola Guglielmi e del procuratore capo Cataldo Motta.

Il nodo della questione è il provvedimento disciplinare che ha portato alla sospensione di un mese per Minelli. Vicenda parallela, per quanto strettamente connessa, è quella che ha visto Pepe rinviato a giudizio con l’accusa di aver diffamato il direttore generale della Asl Valdo Mellone.

“La Regione – ha rilanciato Pepe – avrebbe potuto far curare i pazienti, ai quali come Ordine siamo molto vicini, trasferendo l’Imid in uno dei sette ospedali della provincia, con ricoveri ‘veri’, senza sotterfugi e artifici e grave pericolo per la salute degli stessi, mancando a Campi tutti i requisiti. Dalle ore 16 alle ore 9 del giorno successivo, nell’Imid la risposta sanitaria ad eventuali bisogni era garantita solo dal 118 come avviene in una normale casa di riposo”.

Pepe ripercorre la vicenda: “Tutto quanto da me evidenziato circa le varie prestazioni, ricoveri ordinari, day hospital etc che la Regione non solo conosceva ma che colpevolmente copriva con atteggiamento omissivo e con grave e ingiustificato sperpero di denaro pubblico e persino con corresponsione di una quota giornaliera da parte di chi vi soggiornava, tutto ciò è stato riconosciuto dalla stessa Regione, che ha precisato che quelle prestazioni non erano mai state autorizzate e che la Asl si era invece sostituita a lei”.

La vicenda ha già portato Bari ad occuparsi del caso, con l’audizione di Pepe il 15 aprile dello scorso anno. Anche in quella sede, il presidente dell’Ordine ha ribadito che, a suo dire, al centro venivano attribuite “competenze assolutamente inesistenti (uranio impoverito) oppure potenzialmente gravemente lesive dell’integrità della salute dei cittadini (Penfigo), o venivano prescritti e dispensati farmaci biologici. Per questi ultimi è prevista, per legge, la competenza dello specialista reumatologo o pneumologo, mai dell’allergologo”.

“Le dimissioni immediate, a seguito di perquisizioni nel centro Imid, nell’abitazione e nello studio privato del dottor Minelli ‘per motivi strettamente personali’ sono dovute verosimilmente – secondo Pepe – ai capi di imputazione per peculato e truffa nei confronti della Asl e truffa nei riguardi dei pazienti. Per queste ipotesi di reato, Minelli è indagato in concorso con la sua caposala-segretaria. A seguito di queste frettolose dimissioni il direttore generale indegnamente ha fatto pervenire al suo dipendente una nota di ‘apprezzamento della Asl e suo personale per quanto dallo stesso fatto e da lui condiviso’. Queste ultime dichiarazioni da parte del gestore della Asl di Lecce andranno all’attenzione del ministro dell’Interno unitamente a copiosa documentazione e copiosissima rassegna stampa”.

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