Cronaca

Ulivi, al via i nuovi monitoraggi. I sindaci: “Convocateci per il 27”

LECCE- Lo aveva annunciato l’assessore regionale all’Agricoltura, Fabrizio Nardoni: dopo ferragosto, inizieranno i nuovi monitoraggi alla ricerca di altri eventuali focolai colpiti da Xylella fastidiosa. Il conto alla rovescia in vista del 27 agosto, data di ritorno a Roma, è iniziato. È a quell’incontro che chiedono di esserci anche i sindaci salentini, con in testa il primo cittadino di Galatina, Cosimo Montagna, assieme ai colleghi di Scorrano, Presicce e altri Comuni. Dopo la Lilt, dunque, il territorio chiede di prendere parte al tavolo delle decisioni che riguardano la sorte degli ulivi leccesi e delle ripercussioni sul territorio.

I fari sono puntati sulla possibile propagazione della malattia anche al di là della linea di confine immaginaria tracciata fino ad ora lungo la statale 16, la Maglie Leuca. Dopo gli attacchi del batterio documentati a Nociglia, Specchia, Salve, Presicce e Leuca, infatti, si teme il salto in lungo verso l’arco adriatico, dove finora l’informazione sulla prevenzione e la cura dei terreni, in base alle stesse linee guida regionali, è stata prossima allo zero.

Sui campi ci andrà anche Enzo Lavarra, consigliere del ministro alle Politiche Agricola Maurizio Martina e delegato proprio alla gestione dell’emergenza.

Si lavora al report da presentare a Roma a fine mese, si cerca di infarcirlo di quante più informazioni possibili, comprese le sperimentazioni naturali che, a detta dello stesso assessore Nardoni, potrebbero far ben sperare, come le iniezioni di acqua informatizzata sugli ulivi a Torre Chianca. È su questa scoperta, tuttavia, che si registrano non poche frizioni tra gli stessi vertici regionali e i ricercatori che da mesi portano avanti la ricerca su Xylella. L’interrogativo sorto, ad ogni modo, è ben preciso: se a Torre Chianca, come in altre quattro zone, sono stati estirpati ad aprile gli alberi risultati positivi al batterio, quelli curati e che oggi hanno dato risultati incoraggianti lo erano o presentavano solo sintomi? E se erano infetti, non sono stati eradicati per qualche motivo? Certo è che, se così fosse, da Bruxelles potrebbe arrivare un anatema. Ma tant’è. Se la ripresa vegetativa c’è, probabilmente è il segno che serve il tempo per capire come affrontare il complesso del disseccamento dell’olivo senza fasciarsi la testa prima di cadere, senza arrivare ad abbattere le piante prima di provare a curarle.

È anche questo che dovrà documentare Lavarra. È anche per questo che i sindaci chiedono di esserci il 27.

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