LECCE- La tensione che ha attraversato le strade di Lecce, in mattinata, riporta alla luce i nodi di una vertenza sulla quale tutte le istituzioni avevano speso parole di garanzia, ma che è stata lasciata naufragare. La rabbia degli ex operai della Bat non si placa. Dopo la morte del collega Budano, per quanto potrebbe anche non essere strettamente collegata, il clima torna incandescente.
Il corteo è partito dalla sede della manifattura intorno alle 10. Maglie nere in segno di lutto e cartelli inequivocabili. Uno su tutti: “Il grilletto lo avete premuto voi”. La contestazione non risparmia nessuna delle istituzioni. Neppure la Procura della Repubblica. Quando i lavoratori arrivano in viale De Pietro, si fermano e sottolineano la loro attesa snervante per avere giustizia.
La riconversione della Bat, a conti fatti, è stata una farsa. La multinazionale del tabacco nel 2010 ha salutato Lecce, chiudendo lo stabilimento salentino, che pure, l’anno prima, aveva fatturato 139 milioni di euro di utili. Ha collocato in mobilità 388 operai, ha dato loro garanzia di “piena occupazione, alle medesime condizioni salariali e tramite contratti a tempo indeterminato”. Delle tre aziende individuate a subentrarle, solo mezza ha iniziato a camminare, la Iacobucci srl, che si occupa di componentistica per aerei. A pagarne le conseguenze sono sempre i lavoratori, assunti sfruttando gli sgravi fiscali ma di fatto mai entrati a regime e, anzi, per una parte impiegati in stabilimenti semivuoti e per un’altra parte avviati ad un nuovo licenziamento.
Ecco perchè non risparmiano nessuno. Neppure la Provincia, neppure il sindaco di Lecce. Sotto Palazzo Carafa le parole non hanno bisogno di altro commento.