Cronaca

Crolli della costa, chiuso il lavoro della Capitaneria: “Via 7 nuove ordinanze”

MELENDUGNO- Adesso che in campo c’è anche la magistratura, con il fascicolo aperto dal procuratore aggiunto Ennio Cillo, a carico di ignoti responsabili del pericolo di crolli, è sicuro che la vicenda delle interdizioni alla balneazione e navigazione di lunghi tratti di costa adriatica non si risolverà velocemente.

I controlli, le acquisizioni di documenti, la burocrazia e tutto il resto con molta difficoltà renderanno quelle zone fruibili ai turisti quest’estate. La Capitaneria di Porto ha concluso il suo lavoro avvalendosi dell’unico documento che ha a disposizione per intervenire: il piano dell’Autorità di Bacino, che segnala tutte le zone a rischio. Nei prossimi giorni saranno emesse le nuove ordinanze che riguardano sette comuni della costa Adriatica.

L’allarme si sta estendendo sempre più a sud, spesso sono gli stessi sindaci a intervenire, per evitare di finire nei guai. Il sindaco di Castro, ad esempio, ha chiamato lui stesso la Capitaneria di Porto, dopo che nell’area portuale sono cadute alcune pietre al di fuori dell’area recintata. Il guaio è che proprio in quella zona ogni giorno transitano tanti turisti, soprattutto l’estate. “Ho attivato la proceduta di emergenza – spiega il sindaco, Alfonso Capraro – inoltrando un verbale alla capitaneria, che ha redatto l’ordinanza sulla base della mia segnalazione. A Castro non c’è una situazione di costone roccioso, ma di roccia alta: la parte a rischio è stata già inibita dal 2006, abbiamo solo dovuto estendere la zona interdetta”.

La colpa, come spiega il primo cittadino è delle abbondanti piogge, ma adesso è necessario intervenire e i comuni non hanno risorse. E’ chiaro che i primi cittadini andranno a bussare in Regione per chiedere un contributo: l’appuntamento è per venerdì, in via Capruzzi, con l’assessore ai lavori Pubblici Giovanni Giannini e i suoi tecnici.

Intanto, tutti i sindaci corrono ai ripari: a Otranto Cariddi ha provveduto a interdire alcune zone a rischio crolli, ma anche il sindaco di Santa Cesarea, che ha bloccato l’accesso a cinque insenature, dalla zona di Villa Sticchi fino alla Baia di Porto Miggiano. Siccome i soldi per gli interventi tarderanno ad arrivare, perché c’è bisogno prima di progettarli, è chiaro che il danno al turismo è concreto: ora si tratta solo di salvare qualche zona interdetta per troppo zelo. Il comune di Melendugno si muove con l’Università di Bari, proprio perché è quest’università che ha lavorato sul Piano di Assetto Idrogeologico e, quindi, potrà richiedere le modifiche più agevolmente. I lavori sono in corso, mentre i sindaci sperano che la Regione non abbia il braccino corto.

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