Politica

Europee, delega per Fitto: Berlusconi dice sì alla sua candidatura

ROMA- Alla fine Fitto ce l’ha fatta: sarà il capolista alla elezioni europee per il collegio sud, al nord ci sarà Toti, mentre al centro il vicecommissario della commissione Ue, Antonio Tajani. Ci sono molti retroscena da chiarire: innanzitutto la smentita trasmessa dal partito all’Ansa, poco tempo dopo che si era diffusa la notizia del via libera alla candidatura dell’ex ministro salentino.

In realtà, Forza Italia voleva gestire la notizia con più cautela, visto che il placet di Berlusconi è solo una deroga alla regola che impedisce ai parlamentari di candidarsi: una notizia che potrebbe creare qualche mal di pancia tra gli altri deputati e senatori, in primis Brunetta. Silvio Berlusconi, a Roma, ha voluto ascoltare anche Raffaele Balsassarre e altri big prima di dire sì a Fitto. Il capogruppo salentino dei forzisti europei ha illustrato i motivi per cui la candidatura è opportuna: l’ex ministro può portare molti voti in più ed è l’unico nome in Puglia in grado di contrastare la popolarità di Michele Emiliano.

In altre parole, ora che Berlusconi non si può candidare per i noti guai giudiziari, è necessario avere un big di caratura nazionale in campo. Il cerchio magico berlusconiano ha sempre contrastato la candidatura dell’ex ministro, perché c’è il timore che voglia mettere la golden share.

Un risultato importante per il leader di Maglie, infatti, potrebbe mettere in seria discussione la leadership del partito che Berlusconi vorrebbe mettere nelle mani di Toti: ecco perché le europee di primavera saranno una sfida nella sfida. Un altro motivo che ha spinto i vertici di Forza Italia a bloccare la fuga di notizie sul conto di Fitto è la possibilità, al vaglio in queste ore, di far scendere in campo uno dei figli dell’ormai ex Cavaliere: una delle figlie o addirittura Pier Silvio potrebbero avere un certo effetto ed è chiaro che sarebbero imposti a capo della lista forzista, in ogni collegio.

Intanto, qualcosa cambia sul voto per la parità di genere: sicuramente dal 2019 si potranno dare solo 2 preferenze, tra cui obbligatoriamente una alle donne in lista. Per le europee di primavera, invece, al Senato è passata la legge che impone a chi esprime tre preferenze l’obbligo di esprimerne una a favore di una donna. La legge approvata in queste ore recita così: “Nel caso di più preferenze espresse, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda e della terza preferenza”.

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