Cronaca

Nuovo intervento dell’Anm: “Sciopero illegittimo”. Pronto l’esposto

LECCE- Adesso che il gioco è diventato più duro e che i rischi aumentano, anche tra gli avvocati sale la preoccupazione per uno scontro senza precedenti con la stessa magistratura. Nelle scorse ore, l’assemblea degli iscritti all’Ordine, con oltre mille presenze, ha deciso di andare avanti nella battaglia, senza preavviso: sciopero a oltranza e poi una nuova assemblea il 24 marzo. La notizia ha fatto perdere la pazienza all’Associazione Nazionale Magistrati che ha annunciato, per bocca del presidente Roberto Tanisi, un nuovo intervento: “Sciopero illegittimo, che produrrà guasti rilevanti e danni soprattutto agli utenti”.

Ma non basta: i magistrati minacciano azioni penali contro la decisione di interrompere un servizio pubblico essenziale. Il garante è già intervenuto, nei giorni scorsi, per chiedere di sospendere lo sciopero avviato senza il preavviso di 10 giorni. Ancora una volta il presidente Tanisi ha rivolto il suo appello agli avvocati: “Pronti a dialogare: incontriamoci, parliamone, ma fermate questo tipo di protesta”.

In altre parole i magistrati solidarizzano con l’Ordine degli Avvocati, condividono le doglianze, ma contestano il metodo, perché, come ha spiegato la commissione di garanzia, è sbagliato e lesivo dei diritti del cittadino. Raffaele Fatano, però, è determinato: per gli avvocati non è possibile fare marcia indietro dopo che nessuno si è degnato di ascoltarli, però sono pronti a bloccare la protesta se il nuovo governo darà un segnale, dimostrerà attenzione. “Non si può parlare di illegittimità – replica il presidente dell’Ordine degli Avvocati – dobbiamo far sentire il nostro disagio, non c’è preavviso per lo sciopero perché è a rischio l’ordine costituzionale”.

Nel merito, anche i magistrati ammettono che le spese giudiziarie sono altissime e potrebbero precludere la giustizia ai meno abbienti, ma Tanisi spiega che dall’altro lato potrebbero limitare le liti temerarie. Certo, il pacchetto giustizia preoccupa tutti: gli avvocati vogliono dire la loro sulla riforma e poi c’è la vicenda irrisolta degli accorpamenti di sedi giudiziarie. Spazi angusti, file immense per una notifica, personale amministrativo esiguo, perché in tanti sono andati in pensione senza essere rimpiazzati, tempi sempre più lunghi, costi sempre più alti. E’ la storia, tutta italiana, della giustizia nel caos.

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