Cronaca

Inchiesta sui rifiuti, la magistratura indaga sulla gara

BRINDISI- Ancora un’inchiesta al Comune di Brindisi, finito nuovamente sotto la lente della magistratura per la gara di affidamento bandita dall’amministrazione comunale per l’affidamento di un anno della raccolta rifiuti a Brindisi, che ha escluso di fatto la Monteco da un’altra proroga. Una proroga che, secondo il parere del geometra adriatico Piero Gioia, non poteva, però essere concessa.
La notizia dell’apertura di un nuovo fascicolo d’inchiesta da parte del pubblico ministero Marco D’Agostino è emersa a margine di un blitzs della Digos a Palazzo di Città, ormai una seconda casa per gli uomini coordinati dal vicequestore Vincenzo Zingaro, questa volta a caccia di tutta la documentazione inerente la gara d’appalto dei rifiuti solidi urbani.

Una gara su cui, da tempo, più di qualcuno aveva avanzato dubbi e perplessità e vinta dall’unica ditta partecipante, L’Aimeri di Milano. Solo qualche giorno fa, il Tar di Lecce, accogliendo il ricorso presentato da un’altra ditta, la Bianco Igiene non invitata alla gara, aveva sospeso la procedura.

Ma le polemiche e la discussione sulla gara risalgono sin dal giorno della sua indizione. A volere fortemente un nuovo affidamento per un anno del servizio rifiuti era stato il sindaco di Brindisi Mimmo Consales che, a dispetto dei “consigli” arrivati dalla Regione Puglia, aveva detto basta alle proroghe concesse di volta in volta alla Monteco.  “Una società – aveva spiegato il primo cittadino – con la quale abbiamo anche un contenzioso. Vogliamo mettere fine a questa cattiva abitudine”.

Senza entrare nel merito della vicenda, il geometra Piero Gioia ha voluto fornire un contributo sulla questione, spiegando il perché non fosse possibile, così come sostenuto dal sindaco, andare avanti con le proroghe.

Parlando della Monteco, il professionista precisa come siano note “la mancanza di agibilità dei locali ad uso dei dipendenti; le risultanze delle verifiche effettuate dal Comando di Polizia Municipale sul numero e caratteristiche dei mezzi; il mancato raggiungimento delle percentuali Raccolta Differenziata; il carente numero e la diversa tipologia di cassonetti e cestelli getta carte; il ritardato spazzamento di talune vie cittadine”. E così via.  Insomma, è bene che la Procura indaghi. E faccia luce non solo sul recente bando di gara. Ma sull’intera gestione, passata e futura, sul servizio di raccolta rifiuti.

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