ORIA– Castello di Oria, tutti davanti al Gup. Abuso d’ufficio, danneggiamento, violazioni edilizie, soppressione, distruzione e occultamento di atti, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e truffa. Sono i capi di imputazione contestati, a vario titolo, ai 12 indagati finito nel fascicolo “Caste”, inchiesta portata avanti dalla Procura di Brindisi atta a smascherare le presunte “magagne” nascoste, questa l’accusa, dietro ai lavori di restauro del discusso Castello Svevo di Oria. Da indagati a imputati.
Il prossimo 28 Gennaio, saranno ascoltati dal Gup Isabella Caliandro, Giuseppe Romanin, Severino Orsan, Pietro Incalza, Antonio Bramato, Salvatore Buonuomo, Attilio Maurano, Giovanna Cacudi, Vito Matteo Barozzi, Salvatore Monteduro, Antonio Forte e Antonio Loporcaro.
Ovvero, proprietari, tecnici, ingegneri, funzionari del comune e della soprintendenza. Secondo quanto ipotizzato dal pubblico ministero Antonio Costantini, le opere di restauro, attuate in contrasto con la normativa vigente, avrebbero anche permesso ai proprietari di accedere a finanziamenti cui non avrebbero avuto diritto.
Ad avvalorare la tesi della Procura, i rilievi effettuati dal comando della polizia municipale di Oria e della guardia di finanza. Se non sarà fatto ricorso a riti alternativi, i 12 imputati andranno a processo. Mentre il castello, pur ancora sotto sequestro, ha goduto per tutta l’estate di aperture straordinarie al pubblico, facendo registrare visite da record.