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Brindisi – canali di sfogo intasati per l’incuria. Zona industriale a rischio allagamenti

BRINDISI – La città di Brindisi punta sul suo porto e sulla zona industriale per riprendere la strada dello sviluppo. E per far questo intende utilizzare al meglio strumenti come le ZES – Zone economiche speciali – e le Zone Franche doganali che offrono a possibili investitori indubbi vantaggi sul piano economico. Allo stato attuale, però, il biglietto da visita dell’area industriale non è dei migliori. Ci sono problemi che si trascinano da anni e che non sono mai stati risolti. Il riferimento è all’illuminazione pubblica, così come all’impianto di videosorveglianza ed alle strade. Ma non è meno importante quello che si riferisce ai canali di scolo situati ai margini della carreggiata. La maggior parte, infatti, risulta totalmente intasata per la presenza di una gran mole di rifiuti e di erbacce che ormai hanno raggiunto l’altezza d’uomo. In questo modo è un azzardo immaginare che possano assorbire grandi quantità di acqua piovana in caso di temporali e quindi è concreto il rischio di allagamento di tantissime aziende che non si trovano in posizione elevata rispetto a quella della sede stradale.

Le segnalazioni fatte dagli imprenditori della zona non hanno sortito fino ad oggi alcun effetto, se è vero che lo stato di abbandono è evidente anche dalle nostre immagini. Ed allora, che fare? Come intervenire senza rischiare di finire in un palleggiamento di responsabilità tra Consorzio Asi e Comune di Brindisi?

Un dato è certo: bisogna farlo prima che la stagione invernale entri nel vivo, con i conseguenti rischi di violenti acquazzoni. Nei capannoni, del resto, vi sono attrezzature costosissime e non si può correre il rischio di vederle danneggiate per interventi di manutenzione mai effettuati sulla viabilità pubblica.

Mimmo Consales

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