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Eolico in mare, il prefetto spiegherà a Cingolani il No del territorio

LECCE- Ha accolto subito l’appello lanciato dal consigliere regionale Paolo Pagliaro e fissato un incontro nel giro di pochi giorni, per ascoltare le ragioni del fronte del no al mega progetto di impianto eolico nel mare tra Otranto e Leuca. La prefetta di Lecce, Maria Rosa Trio, ha ricevuto nel pomeriggio una delegazione di amministratori dei Comuni interessati, lo stesso Pagliaro e il presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva.

“Un incontro che si è rivelato interessante e proficuo – dice Pagliaro -. Abbiamo manifestato alla prefetta la contrarietà del Salento e abbiamo chiesto che si faccia portavoce della volontà di questo territorio col Governo, in modo che il nostro No arrivi in modo chiaro ai decisori. Alla prefetta abbiamo spiegato anche che non siamo contrari alle rinnovabili in genere, ma siamo contrari che sia realizzato un impianto così invasivo in un luogo in cui diventerebbe una ferita insanabile per il paesaggio, senza calcolare gli ingenti danni che provocherebbe alla fauna ittica”.

La prefetta ha assicurato che spiegherà le ragioni del no al ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, facendo presente con dovizia di particolari qual è il punto di vista che accomuna i sindaci del Salento e anche il garbo istituzionale col quale si sta portando avanti questa protesta. L’assemblea dei sindaci, d’altronde, si è già espressa all’unanimità sulla contrarietà.

L’incontro si è tenuto a poche ore dal Consiglio regionale che al primo punto all’ordine del giorno affronterà la questione. Intanto, i sindaci serrano i ranghi in vista della presentazione delle osservazioni al Ministero entro il 10 marzo. Della delegazione presente in Prefettura hanno fatto parte gli amministratori di Castro, Diso, Andrano, Santa Cesarea Terme, San Cassiano.

Il punto che accomuna tutti è l’apertura alle rinnovabili ma con criterio, per evitare il proliferare incontrollato di impianti, come già avvenuto sulla terraferma e come rischia di avvenire ora anche in mare, con un impianto troppo esteso e troppo vicino al tratto di costa più pregiato e ancora intatto del Salento.

 

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