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CEI, il Vescovo di Taranto: la città non sia più “caso”, ma “modello”

TARANTO – Ripartire da Taranto per uno sviluppo sostenibile e affinché la città non sia più “un caso” ma “un modello”. Lo ha detto l’arcivescovo della città, monsignor Filippo Santoro, nell’omelia della Messa che ha aperto la terza giornata della Settimana Sociale dei cattolici italiani

“Avete visto quanto è bella Taranto? Spesso la condanna di essa le ha reso il destino di essere sradicata, sterile, infruttuosa, spacciata. Siamo qui per zappare intorno ad essa – ha detto mons. Santoro -, per tracciare un solco che possa permettere alle sue radici di essere nuovamente irrorate di fiducia, ed è importante che a brandire questa zappa sia la Chiesa, così da testimoniare al contempo fatica, sudore, impegno e vicinanza. Quando nella Laudato si’ – ha detto il vescovo riferendosi all’enciclica di Papa Francesco – ho letto di alcune terre con le quali abbiamo un debito ecologico, ho pensato ai crediti di questa nostra Città dei Due Mari, alle acque che sono state inquinate, all’aria che è stata tolta, alla terra che è stata battuta”.
Ma Taranto “non è morta”, “ha bisogno di cure”. “Vi chiedo di pregare con me perché Taranto non sia più un caso ma un modello, in nome della nostra fede che è capace di fare nuove tutte le cose”, ha concluso monsignor Santoro.

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