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Marò, Girone ascoltato per oltre tre ore in Procura

ROMA – Caso dei due Marò, accusato di aver ucciso due pescatori imbarcati su un peschereccio indiano. A quasi dieci anni dal primo atto istruttorio, Girone, uno dei due militari, ha ricostruito le fasi della vicenda fornendo la sua versione dei fatti

Salvatore Girone, il marò accusato assieme al collega Massimiliano Latorre di omicidio volontario per la morte di due pescatori in India nel 2012, ha varcato , nelle scorse ore, l’ingresso della Procura di Roma per essere interrogato. Un atto istruttorio che è arrivato a quasi dieci anni dal primo, svolto sempre a piazzale Clodio dopo il rientro in Italia dei due militari di Marina. Girone è stato ascoltato per oltre tre ore dal sostituto procuratore. Davanti al magistrato il militare ha ricostruito le fasi della vicenda fornendo la sua versione dei fatti. Lasciando la cittadella giudiziaria di Roma il militare non ha voluto rilasciare dichiarazioni lasciando che a parlare fossero i suoi difensori che non hanno nascosto la soddisfazione per l’andamento del confronto con il magistrato. “Girone ha risposto alle domande del pm e ci auguriamo che presto arrivi l’archiviazione per chiudere una vicenda durata molti anni”, hanno affermato gli avvocati Fabio Federico e Michele Cinquepalmi. L’interrogatorio per l’altro militare coinvolto nella vicenda è stato fissato per il 27 luglio. L’indagine della procura ordinaria ha vissuto un’accelerazione nel luglio dello scorso anno dopo che il Tribunale internazionale dell’Aja ha deciso in favore dell’Italia la competenza giurisdizionale. Negli ultimi mesi il titolare del fascicolo ha proceduto alla lettura e analisi dell’incartamento, oltre cento pagine di atti, giunto dall’Olanda. Nel fascicolo del procedimento romano sono presenti i verbali del primo interrogatorio svolto.

“Abbiamo sparato 7-8 colpi in mare per scoraggiare l’avvicinamento di un’imbarcazione diversa da quella mostrata dalle autorità indiane”, raccontarono all’epoca i due militari. Un faccia a faccia che durò circa 5 ore e al quale i due militari si recarono per rendere dichiarazioni spontanee. Tra le carte del fascicolo anche l’audizione degli altri quattro fucilieri del Nucleo militare di protezione, che hanno detto di non essere stati testimoni diretti dell’accaduto. In pratica, di non aver visto niente. Sempre al 2013 risale la perizia che la Procura dispose sul computer e su una macchina fotografica che si trovavano a bordo della Enrica Lexie, la nave dove erano in servizio i due militari. Un lavoro che puntava a chiarire quanto avvenuto nel febbraio di otto anni quando furono uccisi due pescatori imbarcati su un peschereccio indiano, a largo di Kochi.

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