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Dpcm, dopo l’ira dei sindaci il Viminale chiarisce: “Decisioni con i Prefetti”. Per ora nessuna chiusura

SALENTO – Un testo definitivo, con aspetti smussati nella forma, ma ancora più equivoco nella sostanza. Hanno lamentato questo i sindaci delle tre province salentine, in riferimento al testo definitivo del nuovo Dpcm, equivoco sulle responsabilità di chiusura alle 21 di strade e piazze affollate. Dopo la rivolta di tutti i primi cittadini, con Anci che ha bollato come “scaricabarile” il provvedimento, si sono avvicendati i chiarimenti di Palazzo Chigi.

«La norma – ha ammesso per primo il ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia – è stata smussata. Detto questo, se c’è un quartiere da chiudere lo decidono i sindaci – ha aggiunto – i sindaci sanno che lo Stato è al loro fianco 24 ore su 24, dobbiamo tornare alla collaborazione massima». In serata è arrivata poi la precisazione – ancora più netta – del Viminale: «I primi cittadini, che sono autorità sanitarie locali, saranno ovviamente supportati in tutto dai Prefetti, negli appositi Comitati provinciali di ordine pubblico. Ed è proprio con i Prefetti e nei Comitati Provinciali -si spiega- che si potranno valutare casi particolarmente delicati in cui risultasse necessario, opportuno e possibile chiudere al pubblico strade o piazze». Con queste parole, dunque, è stato il Sottosegretario all’Interno, con delega agli Enti Locali, Achille Variati, a mettere un punto alla polemica.

Al momento a Lecce, Brindisi e Taranto non risulta alcun provvedimento già in cantiere in tal senso. A Bari, invece, il sindaco Antonio Decaro, in accordo con Asl e comitato provinciale per l’ordine pubblico, ha già firmato una ordinanza di chiusura di alcune zone della città: 15, per l’esattezza, tra strade e piazze.

Il sindaco Salvemini ha inoltre già chiarito che attualmente “lo stato dei contagi in città non rende necessario adottare provvedimenti drastici, che comunque andrebbero motivati, come chiarito dal Governo, da apposite relazioni della Asl e da documentati rapporti delle Forze di polizia. In ogni caso – ha aggiunto – le possibili chiusure si renderebbero necessarie solo nei fine settimana nelle aree a tutti note della cosiddetta movida leccese, che da tempo non riguarda esclusivamente la città storica“.

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