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Caso Marianna Greco, la consulenza: nessuna aggressione. La famiglia non ci sta

NOVOLI – La consulenza medico legale sul corpo di Marianna Greco, la donna di Novoli spirata nel suo letto 4 anni fa, ritrovata con 4 coltellate alla gola, esclude qualunque violenza e tentativo di difesa, avallando l’ipotesi del suicidio. Alla famiglia, difesa dall’avvocato Francesca Conte, qualcosa però non torna. Per questo tornerà ad opporsi alle conclusioni dell’accertamento condotto sul corpo della donna dal dottor Francesco Introna.

Gli accertamenti hanno riguardato anche l’analisi del materiale ritrovato sotto le unghie di Marianna e dei campioni di pelle e di tessuto analizzati nel laboratorio del Ris di Roma.

Nell’inchiesta, come atto dovuto, fu iscritto nel registro degli indagati il marito.

I familiari, per mezzo dell’avvocato, lamentano in primis di non essere mai stati portati a conoscenza delle indagini condotte sulla salma e di averne appreso l’esito sempre a mezzo stampa.

“Non possiamo che rimanere allibiti – commentano – in quanto sembrano invece esserci diversi elementi oggettivi di segno contrario degni di nota. In primis le ferite da taglio alle dita della mani, l’ematoma al palmo della mano destra, un unghia spezzata del dito medio e un labbro superiore lesionato. Elementi che – continua il difensore della famiglia – fanno presagire che un tentativo di difesa invece possa esserci stato. Ma su questo, meglio di noi – annunciano – argomenterà il Prof Tagliabracci nelle opportune sedi se e quando potremo avere copia della tanto attesa consulenza medico-legale.

A ciò si aggiunga che, ben 3 anni dopo la morte -conclude l’avvocato- l’indagato ha consegnato un telefonino attraverso il quale assume di poter dimostrare gli eventuali spostamenti effettati quel 30 novembre 2016, giorno della morte di Marianna.

Attraverso i nostri consulenti informatici abbiamo già spiegato, e meglio ancora dettaglieremo nelle opportune sedi, l’inutilità (se non la nocività) di questo accertamento tardivo rispetto al momento dei fatti e riguardante un’utenza mai accertata, in quel frangente, essere in uso all’indagato.

La speranza dei familiari è che, malgrado tutto, si possa giugere serenamente all’accertamento della verità”.

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