Sanità

“Attrezzate gli ospedali dismessi”: si moltiplicano petizioni e richieste

LECCE- C’è la petizione sottoscritta da gruppi di cittadini e ci sono gli appelli da più parti politiche, in aumento, per chiedere alla Regione e alla Asl di prendere in considerazione la possibilità di attrezzare gli ospedali dismessi per reggere l’urto dell’epidemia da Coronavirus. Al momento, il piano regionale prevede a Lecce di aumentare i posti letto dedicati per Malattie Infettive al Fazzi e a Galatina e di attrezzare come poli di riferimento entro la settimana il nuovo Dea di Lecce (con 160 posti letto e 40 di terapia intensiva), entro 30 giorni l’ospedale di Copertino e poi anche l’ex nosocomio di San Cesario, collegato al Fazzi, tanto che è stato disposto il trasferimento a Galatina dei pazienti al momento ricoverati lì per la riabilitazione.

Nello scacchiere da riorganizzare, però, si chiede di tener conto anche dei territori più periferici, a partire dal Sud Salento e dalla fascia levantina. A Gagliano del Capo, con una raccolta firme dei cittadini si rilancia la proposta avanzata dal sindaco Carlo Nesca, dall’Unione dei Comuni Terre di Leuca e dal consigliere regionale Ernesto Abaterusso, cioè consentire l’utilizzo degli spazi del Pta “Daniele Romasi”, dove si potrebbero ricavare circa 40 posti letto dislocati tra le 12 e le 15 stanze, chiuse ma non deteriorate e ancora attrezzate con postazioni sub intensive.

Stessa proposta giunge da Poggiardo, da parte del gruppo di minoranza: nel Pispico “ancora insistono ambienti vuoti che potrebbero accogliere numerosi posti letto per degenti. Spetterà – aggiungono – alla direzione strategica della Asl decidere sulla tipologia di pazienti che potrebbero eventualmente essere lì accolti, accuditi e curati”.

Appelli simili giungono da più parti per il San Pio da Pietralcina di Campi Salentina e per il Sambiasi di Nardò. A richiederlo c’è, inoltre, il vicepresidente della Commissione regionale Sanità, Paolo Pellegrino. Il tutto anche a fronte della sospensione necessaria, fino al 31 marzo, dei ricoveri programmati sia medici che chirurgici, con l’eccezione dei pazienti oncologici e dei ricoveri con carattere di urgenza provenienti dal pronto soccorso. Sospese anche  visite ambulatoriali, esami strumentali diagnostici e/o operativi, day service, diagnostica laboratoristica per esterni non ricoverati.

Non un’opzione senza fondamento quella della riattivazione degli ospedali dismessi: in altre regioni, come la Sicilia, gli assessori alla Salute hanno già dichiarato di star lavorando proprio su questo.

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