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Cromo esavalente, blitz “tute blu” noTap davanti ad azienda di Martano- Il video

MARTANO- Da Melendugno a Martano: un blitz durante la notte quello delle “tute blu” del Movimento noTap davanti ai cancelli della ditta Donato Coricciati srl.

L’azienda ha fornito a Tap, per la costruzione del gasdotto, lo stabilizzato di cava per il cantiere di San Basilio. Stando alle analisi effettuate da Arpa Puglia, non solo il cemento usato per la costruzione del pozzo di spinta ma anche quel materiale presente nell’area conci è risultato contaminato da Cromo esavalente con valore di 22 microgrammi/litro. Lo stesso materiale nelle vicinanze silos e nella strada di accesso al cantiere ha valori pari o inferiori ad 1, stando sempre agli esiti del test di cessione effettuato da Arpa.

Gli attivisti, con indosso delle tute ‘anticontaminazione’ di colore blu e delle mascherine sulla bocca, hanno affisso sui cancelli una serie di manifesti accusatori, lasciando anche copia dei risultati degli esami di laboratorio di Arpa Puglia. “Questo stabilizzato di cava che ha ricoperto tutto il cantiere TAP – rimarcano gli attivisti – è risultato contaminato da Cromo esavalente. Nonostante questa grave contaminazione, la ditta Donato Coricciati non compare in nessun provvedimento della Procura di Lecce”. Il movimento parla di “grave questione di cui in pochi sono a conoscenza”.

L’azienda Donato Coricciati, con una nota, ha dichiarato di “non ha fornito lo stabilizzato di cava per il cantiere di San Basilio risultato ‘contaminato da cromo esavalente”. “Gli attivisti – ha aggiunto – hanno affisso manifesti accusatori sui cancelli della nostra azienda senza verificare la provenienza dello stabilizzato. Hanno così prodotto un grave danno di immagine all’azienda Donato Coricciati e ai suoi dipendenti. Danno che sarà valutato nelle sedi opportune”. Qualcosa non torna: è da documenti della stessa Tap (vedi foto a sinistra) che si evince che il materiale proviene da Coricciati.

Il prossimo 5 febbraio, si terrà in Provincia il tavolo tecnico per fare il punto sulla questione: a fronte della contaminazione della falda da Cromo esavalente, riscontrata in estate ma poi via via rientrata, resta il nodo del materiale cementizio e di cava utilizzato. Su questo si attendono anche eventuali mosse della Procura di Lecce.

Sul punto, nelle scorse ore, si è registrata la netta posizione dei medici di Isde, che hanno chiesto un approfondimento anche per quantificare meglio lo stato di contaminazione e capire come tutelare la salute, essendo il Cromo esavalente un “agente cancerogeno (gruppo 1 IARC) dotato anche di effetti tossici non cancerogeni per esposizioni croniche attraverso differenti vie (inalatoria, per ingestione, per contatto cutaneo)”. L’associazione dei medici per l’ambiente ha anche messo in discussione la metodica utilizzata, che “non è specifica per il cemento”, e per questo la concentrazione del Cromo “potrebbe essere stata determinata in maniera inadeguata”.

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