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Tap, medici Isde chiedono approfondimenti su Cromo esavalente

MELENDUGNO-  “Il rilascio di cromo esavalente da opere realizzate nel cantiere TAP impone la rapida adozione di misure finalizzate alla tutela di ambiente e salute”. E’ la netta posizione dell’associazione dei Medici per l’Ambiente, Isde, che ha diffuso un lungo documento scientifico a firma di Agostino Di Ciaula, presidente del Comitato Scientifico nazionale, e di Sergio Mangia, referente della sezione leccese.

La presenza, nel cemento usato da Tap, di Cromo esavalente, agente cancerogeno (gruppo 1 IARC) dotato anche di effetti tossici non cancerogeni per esposizioni croniche attraverso differenti vie (inalatoria, per ingestione, per contatto cutaneo), “configura l’esistenza di un rischio non trascurabile per la salubrità dell’ambiente e delle specie vegetali, per la tutela dei lavoratori impiegati nel cantiere TAP e per la tutela della salute pubblica”, rimarca Isde.

L’associazione mette anche in discussione la metodica utilizzata, che “non è specifica per il cemento”, e per questo la concentrazione del Cromo “potrebbe essere stata determinata in maniera inadeguata”. La lisciviazione, con il trasferimento della sostanza da materiali cementizi, “può essere valutata attraverso metodi più specifici ed appropriati”.

Poi l’ipotesi: “Una quantità di Cr(VI) eccedente le concentrazioni concesse dalla normativa sarebbe in linea teorica possibile se nel processo di produzione del cemento fossero utilizzate ceneri da combustione inglobate nel prodotto finale. In tal caso potrebbe essere ipotizzabile una violazione del regolamento REACH, perché il cemento non sarebbe stato prodotto utilizzando sostanze presenti in natura ma avrebbe subito modificazioni chimiche in grado di alterarne il profilo tossicologico, di generare conseguenze ambientali e di incrementare il livello di rischio sanitario sia per esposizione professionale che per gli utilizzatori finali”.

Da qui la richiesta alle istituzioni di “attuare tutte le misure possibili finalizzate sia a quantificare con precisione lo stato di contaminazione attuale, che a prevenire ulteriori contaminazioni delle matrici
ambientali”; eseguire approfondimenti ulteriori e “verifiche sul cemento utilizzato nell’ambito del cantiere TAP, finalizzate a identificarne la provenienza, a determinare lo stato di conservazione, il rispetto delle norme di immagazzinamento e utilizzo e la composizione chimica, con particolare riferimento al contenuto in metalli pesanti”.

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