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Samsara, il Consiglio di Stato scrive la parola fine

GALLIPOLI- Il Consiglio di Stato scrive la parola fine in coda alla storia del Samsara, il più noto lido di Gallipoli: con una sentenza pubblicata in mattinata, conferma la decisione del Tar di Lecce e dunque dichiara la immediata decadenza dalle concessioni. I giudici scrivono un provvedimento durissimo, in cui si rimarca che la società Sabbia d’Oro srl era stata posta “in condizione sin dal 9 luglio 2017 di comprendere esattamente quali fossero le condotte ascritte e di porvi rimedio”.

Eppure, non “risulta che l’appellante (pur a conoscenza delle specifiche contestazioni che gli erano state rivolte) abbia spontaneamente conformato la propria attività, se è vero che – secondo le risultanze in atti – ancora in data 30 luglio 2017 si svolgevano in loco attività del tutto simili a quelle oggetto dell’iniziale contestazione”, come documentato dalla foto della Capitaneria di Porto di Gallipoli. “Anche sotto tale aspetto – hanno incalzato i magistrati – il ricorso in epigrafe non può trovare accoglimento, anche in considerazione della proporzionalità della misura in relazione alla gravità e alla reiterazione delle condotte violative degli obblighi concessori”.

Quindi, quella 2018 potrebbe essere davvero l’ultima estate del Samsara nel Salento, stagione salvata dal sindaco Stefano Minerva che ha annullato la decisione di smantellamento immediato adottata da una dirigente comunale, ritenendola “arbitraria”, almeno in attesa della decisione del Consiglio di Stato, che è arrivata ora ed è più pesante del previsto.

I fatti sono noti: la società è titolare di concessione demaniale marittima rilasciata dal Comune per un’area di poco più di mille metri quadri in località Baia Verde allo scopo di utilizzarla per attività di balneazione. La scorsa estate, la Capitaneria ha eseguito una ispezione rilevando presunte violazioni: quel lido, in sostanza, sarebbe stato trasformato in una discoteca sul mare. Da qui la decadenza della concessione a novembre, il ricorso al Tar perso dalla società, il successivo appello che conferma la linea dei giudici leccesi a causa del ‘mutamento sostanziale’ delle modalità di esercizio e per inadempienza agli obblighi derivanti dalla concessione o imposti da norme di leggi o di regolamenti.

Tra le altre prove viene riportata la circostanza della presenza della ‘bandiera rossa’ nella giornata del 15 agosto 2017 per “indicare l’indisponibilità all’attività di balneazione al fine di consentire l’esercizio in via esclusiva dell’attività di ‘feste animazioni ed altre forme di intrattenimento’”.

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