BRUXELLES- La Commissione europea deferirà l’Italia alla Corte di giustizia Ue per non aver pienamente applicato le misure Ue, tra cui l’abbattimento delle piante malate, per impedire la diffusione nel territorio dell’Unione del batterio degli ulivi, Xylella fastidiosa. L’attenzione dell’Ue è tornata a livello di allarme lo scorso marzo, quando quasi tremila ulivi furono trovati positivi al batterio in un’area dove nel 2015 erano pochi esemplari. La prossima settimana, il 23 maggio, la Commissione potrebbe proporre al comitato sulla salute delle piante formato dagli esperti degli stati membri modifiche alla decisione Ue, come l’aggiornamento dell’area di quarantena, spostando di una ventina di chilometri verso nord la fascia di territorio dove vanno applicate le misure più drastiche per la lotta al patogeno.
Ma l’Italia rischia sanzioni pesanti non solo per questo: è stata deferita anche per la ripetuta violazione dei limiti di Pm 10 nell’aria e la mancata “conformità” alle direttive sui rifiuti radioattivi.
Sul Pm10, di fronte alle rassicurazioni su un piano di normalizzazione dilatato nel tempo date dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti il Commissario europeo Karmenu Vella aveva ribadito che “C’è ancora molto da fare. Sono in totale disaccordo con lui”.
Sul fronte dei rifiuti radioattivi, gli stati membri erano tenuti a notificare i programmi nazionali di gestione del combustibile nucleare esaurito entro il 23 agosto del 2015. Un modo per garantire ai cittadini la gestione responsabile e sicura dei rifiuti radioattivi. Ma l’Italia non ha mai notificato, né presentato, questo programma.