LECCE- “Ero pronto ad affrontare la mareggiata, ma non lo tsunami”. È il post elezioni di Saverio Congedo, sconfitto all’uninominale alla Camera nel collegio di Lecce per il centrodestra. Il suo riposizionamento in Fratelli d’Italia non gli ha consentito il salto a Roma, come pure all’ex sindaco Paolo Perrone. Dentro i numeri, però, c’è anche l’analisi del voto nel centrodestra cittadino, che dopo le amministrative dello scorso anno non ha ancora ricucito lo strappo. “Poteva essere l’occasione per superare le frizioni del post amministrative – ha ammesso Congedo in conferenza stampa nel suo comitato in mattinata – ma l’invito non è stato colto fino in fondo e l’assenza della preferenza personale ha condizionato molto”.
Da candidato del centrodestra, Congedo ha incassato 43.800 voti nei 18 comuni del collegio, 16mila nella città di Lecce. Sono 6mila in meno rispetto a quelli ottenuti dal candidato sindaco Mauro Gilberti appena pochi mesi fa. Certo, partite molto diverse. Ma è evidente che qualcosa nella coalizione non è andata e i voti azzurri si sono dispersi. “Sicuramente – dice Congedo – qualcuno non ha fatto campagna elettorale come alle amministrative. Ma la ragione è nella legge elettorale, altrimenti non si spiega come ha potuto vincere un candidato che nessuno conosce”.
Stando ai sondaggi interni che hanno portato all’assegnazione delle candidature, il collegio di Lecce era già considerato come sfavorevole. “Abbiamo tenuto – analizza Congedo -. A Lecce il M5s nn va oltre il 37 per cento, nel collegio non oltre il 40. Nella città capoluogo, lo scarto tra me e il loro candidato è di 2mila voti. Non c’è stata possibilità di difesa. Un risultato come quello dei 5stelle non può essere analizzato con gli schemi tradizionali”. Poi l’invito-stoccata a Michele Nitti, il pentastellato eletto: “si faccia carico di rappresentare davvero questo collegio. In tutta la campagna elettorale non l’ho mai incrociato a nessun appuntamento, uno sconosciuto”.
