LECCE- Per sciogliere il dubbio sull’anatra zoppa in Consiglio comunale a Lecce c’è una quarta via, vale a dire l’intervento del Parlamento o, per fare ancora prima, del governo. È quello che ipotizza e suggerisce Luigino Sergio, da sempre profondo conoscitore della macchina amministrativa, anche per essere stato sindaco di Martignano e presidente della Grecia Salentina, oltre che segretario comunale.
Al momento, è nelle mani del Tar la decisione sul futuro dell’assisse leccese e sul riconoscimento del premio di maggioranza al sindaco Carlo Salvemini, che ha vinto al secondo turno mentre al primo il bottino più consistente di voti se lo era aggiudicato il centrodestra. La decisione della commissione elettorale, che ha privilegiato il principio della governabilità su quello della rappresentatività, è stata impugnata dinanzi ai tribunali amministrativi. E le opzioni in questo caso sono tre: accoglimento del ricorso, respingimento oppure il giudice potrebbe rimettere la questione alla Corte Costituzionale sollevando dubbi sul rispetto, soprattutto, del principio del buon andamento.
C’è, però, si diceva, una quarta opzione, quella di far decidere alla politica: qualsiasi parlamentare potrebbe porre la questione a livello legislativo perché il Parlamento intervenga sull’articolo 73 comma 10 del Testo unico degli enti locali. Oppure, potrebbe farlo lo stesso governo, procedendo con un decreto legge d’urgenza.
Chi dovrebbe interessarsene? Chi potrebbe sollecitare un intervento a questo punto? “Fossi io parlamentare lo farei – dice Sergio – ma dubito che verrà fatto perché le questioni difficili non si vogliono mai affrontare”.
