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Al via il nuovo Anno Giudiziario: “Non sopprimete la Corte di Appello”

LECCE- Si apre il nuovo anno giudiziario. La questione in cima alle preoccupazioni di tutti gli operatori della giustizia è chiara: la possibile soppressione della Corte d’Appello di Lecce con il conseguente accorpamento a quella di Bari è l’incipit della relazione del presidente Marcello Dell’Anna, esposta in mattinata durante la cerimonia di inaugurazione nel palazzo di viale De Pietro.
“La revisione della c.d. geografia giudiziaria , sulla quale si è da tempo incentrata l’attenzione dell’Anm e del Csm, va condotta con criteri di ragionevolezza, la cui applicazione – ha ribadito Dell’Anna – dovrebbe a mio avviso escludere la radicalità di soluzioni estreme, quale quella prospettata dalla soppressione di questa Corte e della confluenza degli affari alla Corte di Appello di Bari, che, d’altro canto, ha segnalato, per bocca del suo Presidente, di non essere in grado di gestire la conseguente situazione”.

E’ una prospettiva che trova la disapprovazione di tutti, magistrati e anche avvocati. E’ la frontiera con cui si avrà a che fare e che fa il paio con i problemi della contingenza, soprattutto quelli dovuti alla carenza del personale e alla logistica, che registra la situazione di maggiore gravità nel Tribunale di Lecce, con spazi insufficienti e udienze in condizioni indecorose. In generale, si è registrato un calo di pendenze sia civili che penali.

Il quadro fornito è eloquente: per le prime, a Lecce, c’è l’impennata delle controversie scaturenti da opposizioni ad ingiunzioni di pagamento per il tramite di Equitalia e, a Taranto, delle cause relative ai licenziamenti individuali derivanti dalla riforma Fornero, oltre che il contenzioso per danni alla salute e agli immobili dovuti all’Ilva. Per il versante penale, si rileva “il fenomeno preoccupante di abbassamento dell’età dei minori all’atto di commissione del primo reato”.

Ancora pochi i processi per corruzione, ma sono “prossimi ad esserne definiti” due delicati, “l’uno a carico di pubblici amministratori, l’altro a carico di un ex magistrato”, ha chiarito Dell’Anna. Aumentati i reati fallimentari, trend sostanzialmente invariato, invece, per quelli sessuali e di stalking e per quelli di associazione di stampo mafioso.

Per quanto attiene alla Scu, è a Brindisi la situazione più allarmante, poiché “è in atto il ricompattamento”, “con irrigidimento delle strutture gerarchiche e ritorno al passato delle cerimonie di affiliazione”, con la “mutua intesa” tra i clan ad evitare atti di violenza. In tutto il Salento – ed è questa la nota più dolente – “ad ostacolare l’azione di contrasto alle manifestazioni criminose – ha scritto Dell’Anna nella sua relazione – concorrono la scarsa collaborazione di molte vittime di condotte criminose e violente”.

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