Cronaca

“Chiamate a vuoto al 118, intervento dei carabinieri”, denuncia della famiglia dei gemelli Quarta. I medici smentiscono

MERINE- “Ritardi anche nelle emergenze. Il 118 risponde al telefono solo dopo l’intervento dei carabinieri nonostante una pericolosa crisi neurovegetativa di uno dei due ragazzi”. È la denuncia della famiglia dei gemelli Quarta, per il tramite dello Sportello dei diritti.

E’ trascorso poco più di un mese – dicono – dall’ultimo appello, caduto nel vuoto, al Direttore Generale dell’ASL di Lecce per un incontro relativo al caso dei due giovani di Merine portatori della sindrome di Duchenne e che da anni vivono in un letto tra ospedali e la propria abitazione. Ancora una volta, però, siamo costretti a tornare sull’argomento per un fatto grave accaduto lo scorso 22 ottobre quando a seguito di una crisi neurovegetativa di uno dei due, Sergio, il padre ha tentato più volte di contattare telefonicamente il “118” i cui operatori per ben dieci minuti non hanno risposto e che solo una provvidenziale chiamata dei carabinieri allertati al “112” ne ha consentito l’intervento in autoambulanza, peraltro, non munita di personale medico”.

In merito alla notizia, il primario del 118, Maurizio Scardia ha voluto approfondire i fatti ricostruendo anche grazie all’ausilio dei tecnici l’attività di quel giorno. Dalle chiamate registrate risulta che il numero di cellulare comunicato dai carabinieri al 118 compare una sola volta al registro chiamate , e precisamente alle 13 e 33.

La chiamata di sollecito dei carabinieri è avvenuta un minuto dopo. Per questo, comunicano dal 118, si tratterebbe di un lasso di tempo bravissimo, durante il quale, probabilmente, gli operatori erano impegnati telefonicamente in altre richieste. Inoltre, proprio quel giorno, risulta ci sia stato un fermo tecnico che ora si sta verificando. Per quanto riguarda il fatto che sul posto non sia stata inviata un’ambulanza medicalizzata, il primario afferma che in quel momento non c è stata la possibilità di fare altrimenti e che l’intervento degli operatori, costantemente in contatto con il rianimatore è stato è stato comunque adeguato all’emergenza. Tutto, infatti, si è risolto per il meglio.

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