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Elezioni regionali, una macchina da 13 milioni di euro

BARI- 50 posti disponibili per 7 candidati governatori e quasi 1000 aspiranti al titolo di consigliere, di questi solo il 18% è donna. Questi, come è noto, sono i numeri della campagna elettorale per le elezioni regionali del 31 maggio prossimo.
Ma quanto costerà poter scegliere i componenti del prossimo consiglio regionale? Tanto, ma quando si parla di spese ci si riferisce sempre e solo alla parte che compete ai partiti. Ma il costo delle consultazioni non è solo quello. La complessa macchina delle votazioni costa un bel po’. E poco importa al cittadino che una quota sia a carico dello Stato e un’altra a carico di Regioni e Comuni. Il dato è che si spende, comunque. Nel 2010 costarono 13 milioni di euro.

In Puglia, ad esempio, sono 4003 le sezioni dove si potrà andare ad esprimere il proprio voto. 817 in provincia di Lecce, 546 a Taranto, 379 a Brindisi. Per ciascuna di esse è previsto un presidente, un segretario e quattro scrutatori.

Il compenso spettante è di 150 euro giornaliero al presidente, 120 euro per gli altri 5. Si vota domenica 31 maggio sino alle 23, lo spoglio proseguirà fino al giorno dopo. Quindi vanno considerati due giorni. Il totale per i 4000 presidenti e i 12000 segretari e scrutatori è di 4 milioni 80mila euro. Ma a questa cifra vanno aggiunti i costi della pulizia, sistemazione e allestimento dei seggi, delle schede elettorali, delle urne, persino delle matite, dei sistemi informatici. Insomma tutto ciò che serve per consentire ai cittadini di esercitare il diritto. Il Viminale ha calcolato, nelle scorse competizioni che, nel complesso ogni seggio costa sui 6000 euro.

Ma non è finita perché anche le agevolazioni di viaggio per chi deve raggiungere il luogo di residenza sono un costo da sostenere: il pedaggio autostradale è gratis, il biglietto del treno è scontato del 60% sulle tratte regionali e del 70 su quelle nazionali, del 40% su quelli aerei.

Ma attenzione, perché al cittadino spetta l’osservanza delle regole per non andare incontro a pesanti sanzioni. Ad esempio, reclusione o sanzione sino a 2000 euro per chi costringe un cittadino a mostrare la prova del voto o per chi fa pressione per ottenere un voto altrimenti non concesso e occhio alle matite: se non si restituisce quella utilizzata nel seggio, si paga una multa fino a 200 euro.

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