OSTUNI – Il processo di internalizzazione della RSA di Ostuni ha ricevuto il via libera, segnando un passo importante verso una gestione diretta dei servizi socio-sanitari da parte del sistema pubblico. Una scelta che, secondo i sindacati, rappresenta un’opportunità per migliorare la qualità dell’assistenza e garantire maggiore stabilità occupazionale. Tuttavia, la decisione ha sollevato anche nuove istanze: in particolare, la FIALS ha richiesto una proroga di 36 mesi per il personale attualmente impiegato presso il Presidio San Raffaele di Ceglie Messapica.
L’internalizzazione comporta il passaggio della gestione della RSA da soggetti privati ad enti pubblici, con l’obiettivo di rafforzare il controllo sulla qualità dei servizi e tutelare i lavoratori. A Ostuni, questa scelta è stata accolta positivamente dai sindacati, che da tempo chiedevano un intervento strutturale per garantire continuità e trasparenza nella gestione della struttura.
Parallelamente, la FIALS ha sollevato la questione del personale del Presidio San Raffaele di Ceglie, chiedendo una proroga di 36 mesi per i contratti in essere. La motivazione è chiara: evitare interruzioni lavorative e garantire una transizione ordinata, che non penalizzi chi ha prestato servizio con competenza e dedizione. La richiesta è stata accompagnata da un appello a evitare strumentalizzazioni politiche su un tema così delicato.
La sfida ora è trovare un equilibrio tra il processo di internalizzazione e la tutela dei lavoratori coinvolti. I sindacati chiedono un confronto aperto con le istituzioni, affinché le scelte organizzative non si traducano in sacrifici per il personale sanitario, già provato da anni di emergenze e carenze strutturali.
