Sono circa 4mila le imprese pugliesi che hanno tutte le caratteristiche per essere presenti nei mercati dell’Oriente, ma sono assenti. E l’Oriente rappresenta una grande opportunità per le aziende che vogliono ridurre la loro dipendenza dai mercati tradizionali come quelli americani penalizzati dai dazi. Già ad aprile l’Istat ha registrato una preoccupante contrazione delle esportazioni. Ad aiutare queste imprese guarda la Camera di Commercio Italo Orientale di Bari, che ha organizzato un confronto con i propri delegati nelle diverse nazioni. Il presidente Antonio Barile ha sottolineato che “abbiamo problemi con i dazi Usa: ci sono 60 miliardi di euro in gioco, e naturalmente dobbiamo guardare ad altri mercati senza abbandonare i vecchi. In Oriente parliamo di un mercato di diversi miliardi di abitanti, di cui il 30% ha uno status di consumi uguale al nostro, possono permettersi i nostri prodotti e apprezzano molto il Made in Italy”.
All’incontro ha partecipato il vice ministro degli Esteri Edmondo Cirielli. “Anche se il nostro mercato oggi ì molto racchiuso tra Unione Europea e Stati Uniti – ha detto – è un motivo in più per diversificare. Su iniziativa del Governo Meloni, in questi due anni e mezzo c’è stato un grande lavoro e un’offensiva diplomatica commerciale verso India, Cina, Giappone, Corea e altre “tigri d’Oriente” compreso Vietnam e Indonesia”.