BariBrindisiCulturaLecceSpettacoliTaranto

Gennaio al cinema: tra nuovi successi e grandi classici

TELERAMA – Benvenuti gentili e soprattutto curiosi lettori di TeleRama, al consueto appuntamento settimanale con Cineclub, dove i protagonisti assoluti sono le uscite più attese nel mondo del cinema.

Cominciamo i nostri consigli settimanali con un attesissimo biopic dedicato al cantautore e chitarrista statunitense Bob Dylan, “ A complete unknown” di James Mangold. Il lungometraggio è arrivato nelle sale ieri e racconta gli esordi musicali del cantante folk per eccellenza fino alla transizione che portò Dylan ad utilizzare apparecchiature elettriche per realizzare le sue canzoni. Il film con protagonisti i talenti generazionali Timothee Chalamet ed Elle Fanning, dopo il grandissimo successo di critica e di pubblico “Quando l’amore brucia l’anima” del 2005, è l’occasione d’oro di Mangold per tornare a dirigere un biopic dal probabile successo mondiale. Una biografia che decide di prendere in analisi il celebre musicista di origini polacche, dal momento in cui l’allora Robert Zimmerman arrivò a New York ricco di sogni e speranze, armato solo della sua sei corde, una voce graffiante e la necessità di farsi ascoltare, fino a quando tradì ciò che i suoi fan si aspettavano da lui: Dylan, poeta cantante anti establishment per antonomasia, ha abbandonato ciò che era imposto dalla tradizione identitaria del folk statunitense per attuare una rivoluzione individualistica e dal valore universale. Mai piegato, neanche per il premio Nobel, un prestigioso riconoscimento di cui fu insignito e che non ritirò personalmente, perché deliberatamente assente alla cerimonia. 

Continuiamo il nostro viaggio nelle proposte di questa settimana parlando di uno dei protagonisti più discussi della scorsa stagione cinematografica che ritorna in sala in occasione della giornate della memoria, ovvero “La zona d’interesse” di Jonathan Glazer. Dopo l’ampio successo al Festival di Cannes 2023, avvalorato anche dall’ottenimento del Grand Prix Speciale della Giuria, questo dramma storico di produzione anglo-polacca ha anche vinto le statuette riservate al miglior sonoro e al miglior film nell’edizione dei premi Oscar 2024. Il grande tema che viene analizzato è quello relativo all’olocausto, questa volta esaminato però con un punto di vista particolarmente inedito: i protagonisti della vicenda sono infatti i membri della famiglia Hoess, persone veramente esistite che hanno vissuto per anni la loro quotidianità nella cosiddetta “Interessengebiet”, zona d’interesse adiacente al campo di concentramento di Auschwitz. La famiglia e i personaggi che le ruotano intorno sono consapevoli degli orrori che avvengono oltre le loro mura domestiche, ma volutamente ciechi alla violenza. Un’opera di grande valore che decide di imbastire un trattato sul taboo, sull’elefante nella stanza che la società si impegna drasticamente a non riconoscere, campando sull’omertà e il tornaconto personale.

Concludiamo con un altro ritorno sul grande schermo, quello uno dei migliori film di sempre che torna nelle sale in occasione della morte del suo autore. Alla vostra attenzione “Mulholland drive” di David Lynch. Che dire su quest’opera? Il regista la definì “una storia d’amore nella città dei sogni” e lo è in parte, ma ovviamente è anche tanto e tanto altro. Il film è identificabile come un thriller psicologico che si concentra sull’incontro accidentale di due donne con niente in comune: Betty è una ragazza dai capelli biondi, un’ aspirante attrice appena trasferitasi nella città delle stelle, a casa della zia, per alimentare il suo sogno; Rita, invece, è una donna dai capelli scuri che, dopo essere stata vittima di un incidente automobilistico, ha perduto la memoria e trovato rifugio proprio nella casa della zia di Betty, assente dalla città per qualche tempo. Il recupero dei ricordi di Rita diventerà motivo d’ossessione per le sue protagoniste che pur di ottenerli, esattamente come il pubblico, si scontreranno con una realtà debilitante, confusa e sfortunatamente priva delle risposte che cercavano ma dolorosamente autentica. Alla fine della pellicola la città dei sogni sarà più simile ad un incubo ad occhi aperti, da cui non si può fuggire neanche svegliandosi, come in molti casi della vita. Un capolavoro che destruttura le falsità ed ipocrisie della società moderna con un’originalità disarmante per chiunque non conosca il regista, quindi visione obbligata per chi non l’avesse ancora visto e si considera amante della settima arte, sicuramente non rimarrà deluso!

Articoli correlati

A Sanremo “Puglia da Nobel”

Redazione

Misterioso incidente sul lavoro a Matino: due indagati

Redazione

Arpal Puglia apre nuove sedi decentrate nel Brindisino

Andrea Contaldi

Lecce, fa tappa l’Integrity tour

Redazione

Lecce, allenamento al Via Del Mare: sempre a riposo Berisha

Carmen Tommasi

Consiglio, il centrodestra non ci sta: Emiliano faccia chiarezza

Redazione