BRINDISI – Di solito quando si vive una situazione di grave difficoltà, si tenta di stare uniti per contrastare situazioni di pericolo e per individuare soluzioni ai problemi. Accade ovunque e non soltanto tra gli esseri umani.
A volte, però, viene da pensare che Brindisi costituisce una eccezione. Il momento è estremamente difficile, con una crisi economica ed occupazionale senza precedenti, ma non si riesce a fare a meno di litigare, con la conseguenza che manca una visione condivisa di ciò che si vorrebbe realizzare in futuro.
Del resto, è ciò che avviene ormai da lungo tempo in politica, dove non si riesce ad eleggere un consigliere regionale del capoluogo, nonostante lo stesso rappresenti oltre il 25% dell’elettorato di tutta la provincia. Per un incarico assessorile nell’esecutivo pugliese, invece, bisogna tornare indietro fino al compianto Marcello Rollo. E la situazione non cambia neanche quando si parla di economia. Brindisi, infatti, vive il dramma della decarbonizzazione e della deindustrializzazione, ma non riesce a stabilire con certezza in quale direzione andare per disegnare un futuro differente, magari contraddistinto da produzioni meno impattanti per l’ambiente e per la salute dei cittadini.
Certo, non tutto si può decidere a livello locale, ma sarebbe importante creare un modello di sviluppo da proporre a Governo nazionale e regionale ed anche a possibili investitori.
E invece si marcia in ordine sparso. Lo si evince anche in questa fase durante la quale si attende qualche effetto concreto del tavolo ministeriale sulla de carbonizzazione. Davvero un vero peccato, perché mostrarsi deboli non è l’ideale per un territorio che vuole ripartire da zero per ridisegnare la propria economia.
