LecceSport

Il magazzino è il cuore del ritiro giallorosso, ne abbiamo parlato con Giovanni Fasano

Mario Vecchio e Giovanni Fasano

NEUSTFIT (Austria) – Uno dei ruoli sicuramente importanti ma estremamente complicati da ricoprire è quello del magazziniere, siamo insieme a Giovanni Fasano che si occupa di tutto ciò che ruota intorno alla squadra e gli facciamo proprio questa domanda: quanto è complicato essere magazziniere di una squadra di serie A ?

“È il ruolo un po’ più particolare specialmente nella prima fase del ritiro anche calcolando che quando si viene a nord devi portare tanta di quella roba, sia per il freddo che per il caldo. Calcola che noi abbiamo portato circa 1500 cambi di allenamento, considerati su 60 persone. Quest’anno devo dire la verità, e di questo dobbiamo ringraziare la società, che ci ha dato la possibilità di venire qui in Austria, un posto stupendo dove si lavora benissimo. Sono passati 15 giorni, sono volati insomma”.

Ogni giocatore, ogni singolo giocatore, ogni singolo componente dello staff del mister, compreso il mister, tutti quanti hanno la loro divisa che non è composta solo da magliette e pantaloncini ma ci sono tantissimi indumenti che bisogna corredare e ognuno ha il suo pacchetto giusto?

“Sì, specialmente quando veniamo in queste zone, in questi periodi, calcola che devono avere il kway pronto, pronta la tuta oltre a maglietta, pantaloncini, calzini, la mutanda, insomma tutto l’occorrente per vestire la persona. In determinate occasioni abbiamo anche la giubbotteria pronta cioè cerchiamo di coprirci tutti per non trovarci impreparati. La serie A è serie A”.

Tu peraltro sei affiancato anche da alcuni collaboratori, perché sarebbe impensabile fare tutto da solo.

“Io ringrazio le persone che sono a fianco a me, Paolo Micelli, Manuele Perrone e Leandro Micelli che ha cominciato quest’anno con noi, Antonio Giannuzzi, insomma siamo tutti un gruppo coeso che grazie a Dio, andiamo d’accordo e sviluppiamo il lavoro loro molto sul campo e io nella parte oscura del dello spogliatoio”.

Per quanto riguarda qualche curiosità legata a qualche giocatore, la richiesta più strana che ti viene fatta?

“Dico la verità. Ancora con questi nuovi, con ragazzi stranieri che sono arrivati adesso, ognuno ha delle delle cose particolari che mi devo abituare. Quelle sono cose nostre, la risposta banale ma sono cose nostre. Le teniamo nello spogliatoio, in questo caso nel magazzino. Noi siamo i primi ad arrivare e gli ultimi ad andare via perché il calciatore se non si veste non può andare in campo, se mancano i palloni non puoi giocare, senza le scarpe non potrebbe giocare potrebbe pure forse ma con le ciabatte non riuscirebbe, giusto per scherzare”.

Articoli correlati

“Grazie per avermi salvato”: le parole della 12enne Marie ai suoi soccorritori

Paolo Franza

Torre Rinalda, passerelle inaccessibili: “Arrivare al mare è difficile e pericoloso per chi ha una disabilità”

Redazione

Lecce, Giampaolo: “Faremo l’impossibile per vincere”

Tonio De Giorgi

“Salento in cima alla cuccagna”: al via la quarta edizione del torneo

Redazione

Strappo fra sindaco e consiglieri di maggioranza

Redazione

Ufficio immigrazione, protocollo di collaborazione tra Questura e sezione Anps di Lecce

Mario Vecchio