LEUCA – Via libera per la costruzione di appartamenti e residence lungo le aree costiere che ricadono nell’area dei trecentio metri dal mare. A sbloccare il lungo contenzioso che ha visto per anni contrapposti i comuni costieri e la soprintendenza nell’applicazione delle norme del piano paesaggistico nazionale è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato. I giudici romani, infatti, hanno respinto il ricorso d’appello proposto dalla Soprintendenza contro la decisione del TAR di Lecce che aveva dato ragione ad una società di Castrignano del Capo annullando il divieto di autorizzazione paesaggistica per la realizzazione di un complesso di 8 appartamenti su area classificata come zona B edificabile nel piano regolatore. Ed altrettanto hanno fatto nei confronti di altra società che aveva presentato il progetto per la realizzazione di un residence da 16 unità immobiliari. Il Consiglio di Stato, che ha accolto le argomentazioni difensive degli avvocati Pietro e Antonio Quinto, legali delle imprese, ha evidenziato che le schede paesaggistiche allegate al piano paesaggistico regionale e che disciplinano le fasce costiere non costituiscono un vincolo di inedificabilità assoluta tali da imporsi sulle previsioni urbanistiche dei comuni che permettono la realizzazione di nuove costruzioni. Le decisioni sono di particolare importanza – commenta l’Avv. Quinto – perché l’interpretazione restrittiva del piano paesaggistico regionale da parte della Soprintendenza aveva determinato l’effetto paradossale per cui tutti i nuclei urbani o le aree urbanizzate ricadenti nelle fasce costiere venivano ritenuti inedificabili, con sostanziale impossibilità di nuove costruzioni.
post precedente