
LECCE – Dopo sette mesi ai domiciliari, torna libero l’ex assessore regionale al Welfare Totò Ruggeri, coinvolto nell’inchiesta denominata “Re Artù” che ha messo in luce presunti scambi di favori tra politica e sanità locali, confluendo nel luglio scorso in arresti eccellenti.
Il giudice per le indagini preliminari Sergio Tosi, nelle scorse ore, ha accolto l’istanza degli avvocati difensori Giuseppe Fornari e Salvatore Corrado, che sottolineavano l’insussistenza delle esigenze cautelari, dacché – tra le altre cose – Ruggeri non ricopre alcun incarico pubblico da circa due anni, dunque il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove non sussisterebbe.
Nel dicembre scorso anche la Corte di Cassazione aveva espresso parere positivo alla sostituzione dei domiciliari con un’altra misura restrittiva: alla Suprema Corte Ruggeri si era rivolto dopo aver incassato il “no” del Riesame.
Stando alle indagini, confluite nell’ordinanza della Gip Simona Panzera, Ruggeri avrebbe rappresentato il “deus ex machina” di un sistema corruttivo consolidato tra politica e sanità, rendendosi responsabile, in concorso, in illeciti che avrebbero colpito entrambi i settori.
Nell’inchiesta – lo ricordiamo – sono coinvolti, tra gli altri, anche l’ex dg della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo; Suor Margherita Bramato, direttrice dell’ospedale di Tricase; l’ex consigliere regionale Mario Pendinelli e l’ex sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi.
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