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Personale Ata, pressing della Regione Puglia sul Governo: “Servono risorse”

PUGLIA – La parola passa ora al Governo nazionale. Il consiglio regionale pugliese, infatti, ha approvato all’unanimità una mozione presentata dal consigliere Paolo Pagliaro, condivisa con il collega Donato Metallo e sottoscritta da tutti i capigruppo che impegna il presidente Emiliano e l’assessore Leo ad attivarsi presso il Governo centrale, in sede di Conferenza Stato-Regioni, affinché “vengano privilegiati nelle assunzioni di personale gli Ata già in graduatoria, che hanno maturato esperienza svolgendo tale ruolo nel difficile periodo dell’emergenza Covid” all’interno degli istituti scolastici.

Un significativo passo avanti, dunque, per una vertenza che coinvolge oltre 2mila lavoratori in tutta la Puglia, 361 nella sola provincia di Lecce. Si tratta di lavoratori che hanno svolto compiti di responsabilità e servizio importanti, come organico aggiuntivo, nei due anni della pandemia, e di cui le scuole continuano ad avere grande bisogno. Ma il mancato finanziamento da parte del Governo centrale dell’organico aggiuntivo di fatto ha bloccato le graduatorie Ata e impedisce che queste professionalità già formate ed esperte possano essere reclutate”. Servono risorse fresche per rifinanziare il personale e dare ossigeno alle scuole.

Ma c’è un problema nel problema che rischia di alimentare una vera e propria stortura del sistema: “Per far fronte alla carenza di personale amministrativo, tecnico e ausiliario nelle scuole – denuncia Pagliaro – non potendo attingere alle graduatorie Ata, alcuni Comuni pugliesi starebbero contattando i dirigenti scolastici per proporre personale aggiuntivo, messo a disposizione tramite i Puc (progetti utili alla collettività) per collocare i beneficiari del reddito di cittadinanza. Si tratta di un sistema di reclutamento scorretto, che penalizza i collaboratori scolastici regolarmente inseriti nelle graduatorie e in paziente attesa di convocazione. I Puc sono progetti comunali nati per svolgere lavori socialmente utili, e non per prendere il posto di altri lavoratori”.

La soluzione non può certo essere questa. Ed è tutta nelle mani del Governo centrale. Il pressing della Regione Puglia è già iniziato.

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