SALENTO – Gli ingranaggi dell’economia salentina continuano a girare a velocità diverse: in alcuni Comuni, da un anno a questa parte, è diminuito il numero delle imprese, in altri è invece aumentato. L’impennata dei prezzi delle materie prime, il conflitto ucraino e gli strascichi della pandemia, in sostanza, stanno determinando effetti differenziati sui territori e sulle imprese della provincia di Lecce.
Un dato, quello captato dall’osservatorio economico Aforisma di Davide Stasi, che mette in luce una dicotomia tra i centri urbani più grandi, storicamente caratterizzati da una maggiore diversificazione delle attività economiche, e le altre realtà di dimensioni più ridotte, a specializzazione più elevata.
Su base annuale, dal 31 marzo 2021 al 31 marzo 2022, le aziende sono diminuite a Ortelle, Miggiano, Castro, Salice salentino, Poggiardo, Morciano di Leuca, Ruffano, Uggiano La Chiesa, Guagnano e Surano.
Sono aumentate, invece, a Montesano salentino, Patù, Palmariggi, Tiggiano, Martignano, San Cassiano, Melendugno, Botrugno, Carpignano salentino e Cutrofiano.
Restringendo poi il periodo al primo trimestre di quest’anno (da gennaio a marzo 2022), si registrano flessioni meritevoli di attenzione a Castro -3,7 per cento delle imprese; Martignano -2,5 per cento; Miggiano -2,4 per cento (da 210 a 205) e Surano -2,3 per cento.
Di contro, una crescita incoraggiante dell’imprenditoria si registra soprattutto a Sanarica (più 3,3 per cento); San Cassiano, +2,8 per cento e Sogliano Cavour +2,2 per cento.